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L’umiliazione dell’Italia sul piano internazionale, dai marò al caso Battisti

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Le nuove potenze emergenti scaldano i motori in campo internazionale per fare sorpassi, anche irregolari, a scapito dell’Italia.

Esempio lampante di quanto sopra siano le sentenze dei tribunali indiani, che trattengono colà i nostri della Marina militare in barba alle più elementari regole del diritto internazionale, per una vicenda da cui sempre i marò si sono dichiarati estranei, per fatti che si contesta siano avvenuti in una zona di acque internazionali e pertanto fuori dalla giurisdizione indiana. Proprio contro l’Italia, che non gode di un governo stabile né forte sul piano internazionale, che fa figuracce una dietro l’altra, India e Brasile mostrano i denti per inculcare alla comunità internazionale chi dominerà la scena politica mondiale in breve tempo. 

I marò giacciono in India indimenticati (da pochi connazionali patriottici), mentre Mario Monti, che usurpa uno scranno di Senatore a vita pur non avendo per nulla “illuminato la patria per meriti scientifici, ecc.”, se ne esce con delle dichiarazioni su di loro ben subdole. Al termine del suo governo, infatti, Monti ha dichiarato “il mio governo non vede l’ora di essere sollevato». In ogni caso: «Sono rimasto stupefatto per ciò che il ministro Terzi ha fatto e per ciò che non ha fatto». Il fallimento dell’esperienza del governo dei tecnici, che ci ha lasciato peggioramenti su tutti i fronti sui quali è intervenuto, è segnato da questa frase di arrendevolezza: “non vediamo l’ora di andarcene” (lui gode del suo scranno vita natural durante), e da quell’altra di scaricabarile: ci si chiede infatti: chi mai ha nominato Terzi, chi mai presiedeva il Consiglio dei ministri dal novembre 2011 fino ad un anno successivo?

L’altra vicenda che fa accaponare la pelle è quella del terrorista condannato in contumacia, plurimo assassino e rapinatore incallito Cesare Battisti, su cui pure sono fluìti fiumi di parole, unanimemente schierati contro l’asilo politico concesso dal già presidente socialista Lula, e confermato dalla protocomunista Rousseff, alla guida del paese attualmente. Una “ex guerrigliera che non sa come parlare al suo popolo”: il solito prototipo di comunista diversamente giovane che si è trovata così bene tra i marmi di Brasilia da decidere di restarci e fare della sua rivoluzione quella di mostrare i denti al mondo mentre il suo paese, per più di metà della popolazione, muore di fame. A parte qualche povera dichiarazione di Napolitano, che è stata interpretata dal Brasile come l’intemperanza di un compagno attempato, non siamo intervenuti come si deve né di conseguenza siamo stati presi sul serio su questa vicenda. E dire che San Paolo del Brasile è la città con più italiani (con passaporto alla mano) del mondo! Ecco che appare evidente, a chi abbia un minimo di sale in zucca, il fatto che di ritorsioni nei confronti dei nostri figli del Sudamerica per queste loro intemperanze ne avremmo potute prendere a josa. Come per educare un bambino (troppo cresciuto).

Non si vuole certo qui suggerire, pur non deplorandola, l’adozione di misure drastiche come quella di mandare i nostri servizi segreti a prelevare il criminale un po’ come fece Israele con Eichmann negli anni Quaranta, per poi impiccarlo in una galera in medio oriente (unico caso di pena di morte ufficiale comminata dalla giustizia sionista). Ora la vicenda dei timbri fasulli e l’essersi spacciato per cittadino francese (con l’aiuto misterioso di qualche francese altolocato, evidentemente) non depone a favore di Battisti, che rischia l’espulsione. Siamo qui, in dolce attesa.

In definitiva però India e Brasile fanno bene a fregarsene del diritto internazionale per sottolineare la loro importanza sul piano internazionale scegliendo come vittima privilegiata il nostro paese: siamo noi che glielo permettiamo con una politica ignobile e indegna che seguitiamo a foraggiare senza scendere in piazza ed assediare il parlamento come invece sarebbe congruo fare. Tuttavia è possibile che questo prendersela con il bersaglio (sic) più debole ottenga in parte l’effetto contrario rispetto a quello ricercato, facendo perdere a tali potenze emergenti qualche credibilità.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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