Oggi verrà stilata la lista dei ministri. Non nutro alcuna speranza sui dicasteri dell’economia, del lavoro e dell’industria.
di Paolo Desogus
È inutile: anche se nel curriculum di Draghi c’è un suo lontano trascorso keynesiano, la sua nomina è una vittoria di Renzi, cioè di un estremista liberista. Se ci sarà intervento pubblico questo sarà finalizzato a sostenere l’impresa, non i lavoratori. Inoltre credo che sia molto verosimile quanto detto da Brancaccio, e cioè che il governo si muoverà sulla linea schumpeteriana della “distruzione creatrice”. Dunque si salvi chi può.
Mi limito allora a circoscrivere le mie debolissime speranze su un solo ambito.
Mi auguro insomma che il Ministero della pubblica istruzione
non venga affidato al “tecnico” che – sulla base di non si sa quale investitura democratica – si sentirà autorizzato a prendere decisioni dagli effetti duraturi e devastanti facendoli passare per riforme modernissime, europeissime, fichissime.
Un governo tecnico dovrebbe infatti limitarsi solo alla gestione ordinaria, non deve – non dovrebbe – essere l’occasione per imporre al paese quello che per via democratica non troverebbe mai consenso. Applicato alla scuola e all’università il principio di Schumpeter finirebbe per lasciarci solo la distruzione, senza alcuna creatività, se non per i privati.