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Ci fanno entrare nel Mes a forza, mentre l’euro imploderà

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Gualtieri vuole farci entrare nel MES. Zingaretti, vuole farci entrare nel MES. Quindi entreremo nel MES. Secondo i cronisti politici, i grillini stanno per approvare l’entrata nel MES senza farsi accorgere da quella parte del loro elettorato a cui hanno detto che no, nel MES non vogliamo entrare.

di Maurizio Blondet

Come si sono spolmonati a spiegare Bagnai, Borghi e Marco Zanni, il MES non solo non ci serve e non ci basta; è un indebitamento presso una banca di diritto lussemburghese; è pensato per stati che non riescono a vendere ai mercati il loro debito pubblico e quindi non ha alcun senso adesso che la BCE “stampi” 600 miliardi, comprando i nostri titoli pubblici a man bassa – con la prospettiva di cancellarli (come vedremo); e ancor meno visto che le ultime emissioni del Tesoro sono andate a ruba, e i “mercati”, lungi dallo schifare il nostro debito, ne vogliono 10 volte di più.

Perché questa ostinazione piddina di farci entrare nel MES, l’ha spiegata sul Corriere Stefano Folli,

Accettare il MES equivale a entrare fino in fondo nei meccanismi della nuova Europa immaginata da Angela Merkel.

Ecco, ficcarci fino in fondo nella gabbia. In modo che non ne possiamo uscire.

La gravità del tradimento in atto

può esser meglio apprezzata prendendo coscienza che quella gabbia euro è entrata in un processo di implosione, reso ineluttabile dalla sentenza di Karlsruhe dei primi di maggio. Con essa, la corte suprema tedesca ha dato un ultimatum alla BCE: tre mesi di tempo per “giustificare” la sua creazione illimitata di moneta, fin dai tempi di Mario Draghi e ancor più oggi per contrastare il collasso delle economie euro (e i debiti pubblici alle stelle); la BCE sotto la guida della Lagarde ha risposto con il nuovo stimolo da 600 miliardi, con cui ha comprato titoli di debito di tutti.

Il gioco è completamente cambiato dalla governatrice francese, che non può non essersi informalmente consultata con Macron, alla faccia della fiazione della “indipendenza della banca centrale”. Almeno per avere il permesso di correre il rischio.

Una decisione audace la sua, e necessaria data la situazione, ma che equivale a “una dichiarazione di guerra”, come ha detto Sébastien Cochard al Telegraph. Siamo nel pieno dell’escalation della battaglia fondamentale per il controllo del macchinismo economico della UE, e di cosa è “legale” e non lo è nella sua costruzione: Stati Uniti? Confederazione con moneta fintamente comune?

Siccome la BCE della Lagarde

lungi dal giustificarsi, ha aggravato la sua “colpa”, la Bundesbank, banca centrale tedesca, in obbedienza alla sentenza ella sua corte suprema, si ritirerà dalla BCE.

La scadenza dell’ultimatum è il 5 agosto. Weidmann, il capo della Bundesbank, sembra scomparso, non ha commentato le ultime decisioni della Lagarde (che non sono state prese all’unanimità, ben lungi). Secondo Sébastien Cochard, l’ex funzionario del Tesoro francese, “ Si frega le mani aspettando il 5 agosto”.

Non c’è dubbio che la Merkel  seguirà la sentenza i Karlsruhe. Lo vuole l’opinione pubblica tedesca.

Leggere la lucida analisi di Cochard in italiano:

Come andrà a finire? “Penso che andiamo verso la partizione dell’eurozona in due”, risponde Cochard.

E’ inevitabile e il processo è già avviato

Il sito Voci dalla Germania  s’è esercitato a fornire un ruolino di marcia della concatenazione di eventi che seguiranno, dal

6 agosto 2020: la Bundesbank interrompe la sua partecipazione alla realizzazione del PSPP.

12 agosto 2020: la BCE annuncia che d’ora in poi effettuerà autonomamente la parte tedesca degli acquisti di titoli.

dal

1 settembre 2020: dopo che da settimane cresce la pressione sul presidente tedesco della Commissione, la von der Leyen alla fine cede e annuncia una procedura di infrazione contro la Germania.

al

1 novembre 2020: si apre la procedura.

E si conclude con

1 ottobre 2022: la Germania lascia l’euro. Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Finlandia, Austria, Estonia, Lettonia e Slovenia annunciano che seguiranno l’esempio tedesco.

Attenzione, può succedere il contrario: che la Germania vince, impone la sua regola austeritaria e limitativa degli acquisti di debito; quindi  il nostro debito pubblico diventa insostenibile e non più credibile; ma lo diventa anche quello della Francia, che dovrà uscire dall’euro comunque. Insieme a noi.

La spartizione in due zone monetarie è ineluttabile ed è già scritta. Molto dipende se la spartizione sarà consensuale o conflittuale, se si riconoscerà che l’euro è stato una moneta sbagliata e una rovina economica per molti.

La cosa grave è che in questa lotta finale

il governo di Gualtieri e Conte ci mette – col MES – dalla parte della Germania, invece che dove dovremmo stare, con la Francia i paesi del Sud, per una moneta più svalutata, salari migliori e ripresa economica sicura.

E ciò, mentre la Fed, “in nome della stabilità finanziaria, ha aperto 14 linee di credito swap e repo con banche centrali estere a cui fornire liquidità in dollari Usa; come sarebbe da fare in caso di uscita dall’euro di uno stato UE. Sarebbe un piacere per l’attuale governo USA aiutare membri della UE a evadere dall’egemone tedesco” (Cochard)

Perché piddini e grillini fanno questa scelta, suicida anche per il loro elettorato?

Per Marco Zanni:

L’obiettivo è chiaro: visto che sanno che appena ci faranno votare li faranno sloggiare, preferiscono dare fuoco alla casa.

Uno degli effetti collaterali del governo più meridionale della storia, sarà la spaccatura della nazione, col Nord che può “stare” nell’area tedesca come satellite, mentre il Sud no. “In Italia le cose vanno selvaggiamente”, chi lo disse?

Del resto, temo che ci sia un’Italia che vota Conte e i piddini. Un’Italia dell’ordine terapeutico.

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