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La corsa al denaro liquido delle principali banche italiane

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Le principali banche italiane stanno giocando a scacchi in attesa della votazione prevista per il 4 dicembre.

 

Delle tre quella messa peggio è sicuramente la Monte dei Paschi di Siena, il cui titolo a Piazza Affari sta soffrendo un netto calo del 3,89%, registrando così una discesa del 60% negli ultimi sei mesi. A complicare la situazione ci pensa la riunione dei soci prevista per domani giovedì 24 novembre.

L’ordine del giorno sarà la decisiva ricapitalizzazione di 5 miliardi, una manovra che necessita però della partecipazione di almeno il 20% dei soci con quota nel capitale sociale. Al momento pare però che a presenziare saranno solo i grandi soci, che rappresentano poco più del 10%. Altro tema da affrontare sarà la vendita di titoli tossici (ancora!) al Fondo Atlante, fondo salva banche dotato anche di capitale pubblico, per un valore di 9 miliardi di euro.

La situazione non è rilassante nemmeno per il colosso Unicredit. La banca con oltre 40 milioni di clienti prima del 2008 quotava 40 euro per azione, oggi la quotazione è scesa a 2 miseri euro. L’International Business Times ci rivela poi che l’indicatore CET1, quello che misura la solidità di una banca attraverso il rapporto tra capitale reale e attività di rischio, ha superato “i limiti di guardia” in più di un’occasione sia per Unicredit che per Monte dei Paschi. Lo stesso portale d’informazione dichiara che una vittoria del NO porterebbe i tanto pronosticati “rischi” sul mercato bancario che farebbero impennare il valore dell’indicatore CET1.

Anche la stessa Unicredit si starebbe preparando per una ricapitalizzazione importante, si parla di una cifra che oscilla tra i 13 e i 15 miliardi di euro. La stessa Intesa SanPaolo sta portando avanti degli strani movimenti, nonostante sia la banca messa meglio in Italia.

Nel grafico del rendimento settimanale di Intesa fornito da International Business Times si vede un pericoloso picco negativo, il secondo peggiore del 2016. Un andamento che potrebbe essere la causa della vendita di immobili effettuata dalla stessa banca. Intesa avrebbe infatti avviato trattative con IDeA FIMIT, società di gestione del risparmio, per la vendita di immobili pari a 500 milioni di euro.

Pare dunque che i tre principali istituti di credito italiani stiano cercando in tutti i modi di accaparrarsi risorse monetarie, come quando la popolazione corre ai supermercati per rifornirsi di beni di prima necessità prima di una guerra. Che siano ormai tutti consapevoli di un prossimo terremoto finanziario?

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Di Redazione Elzeviro.eu

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