Mentre in Italia si pensa ormai di tassare pure l’aria per racimolare qualche spicciolo, in Germania pensano sia giunta l’ora di «distruggere l’euro». I tedeschi, insomma, se la vorrebbero dare a gambe levate prima che la frittata sia fatta. Che l’euro non funzioni, da quelle parti lo danno ormai per certo.
Autore: Gilberto Trombetta
Certo, vorrebbero fare la cosa giusta (distruzione controllata dell’Eurozona) per le ragioni sbagliate (i soliti PIIGS che sarebbero la palla al piede dei virtuosi Paesi centrali). Ma tant’è. Sempre tedeschi sono… Ma vediamo cosa dicono dalle parti della locomotiva d’Europa.
Secondo i due autori, gli economisti Marc Friedrich e Matthias Weik, «l’euro divide l’Europa, piuttosto che unirla. L’euro è troppo debole per la Germania e troppo forte per i Paesi dell’Europa meridionale. Affinché i Paesi dell’Europa meridionale possano riguadagnare la propria competitività, dovrebbero svalutare le proprie valute. Tuttavia ciò è impossibile per i Paesi appartenenti all’Eurozona. Di conseguenza, i Paesi dell’Europa meridionale non saranno mai in grado di compiere progressi economici avendo l’euro».
Troppo forte con i deboli e troppo debole con i forti. Quante volte lo abbiamo ripetuto in questi anni? Anche il mito della valuta stabile crolla inesorabilmente davanti a una mole inattaccabile di dati raccolti negli anni: «L’euro è tutto, tranne che una valuta stabile. Dalla sua introduzione, ha già perso il 30% del suo potere d’acquisto rispetto al dollaro».
La soluzione sembra chiara per i tedeschi: l’esperimento è fallito, meglio abortirlo.
«Quanto tempo impiegheranno i politici a rendersi conto che l’esperimento euro è destinato al fallimento? L’euro non sopravviverà a una seconda recessione e la BCE non sarà in grado di affrontarla. Quando realizzeranno, i politici, che l’euro divide l’Europa anziché unirla? Quanto durerà la massimizzazione del danno economico? Quando prevarrà la consapevolezza che una DExit (l’uscita della Germania) dall’Eurozona sarà sicuramente meno costosa nel lungo periodo?».
Su una cosa hanno ragione. L’uscita da quest’incubo non sarà una passeggiata di salute. Si starà peggio, probabilmente molto peggio, prima di stare meglio. Molto meglio. Ma la libertà e il proprio futuro non hanno prezzo. Sono valori per cui vale sempre e comunque la pena combattere.