«Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire quelle questioni». Con queste parole, l’inadatta Christine Lagarde ha sparato un colpo di pistola alla nuca del Paese nel momento di massima difficoltà, quando cioè era già in ginocchio per la pandemia di coronavirus e per i primi effetti dell’incipiente crisi economica.
Autore: Gilberto Trombetta
Eppure c’è chi non si è vergognato, da italiano, a chiamarla gaffe. Un colpo di pistola alla nuca ridotto al rango di gaffe. Ci sarà tempo per fare i conti anche con queste persone.
Finalmente il re è nudo.
L’Unione Europea, attraverso Christine Lagarde, si mostra – per l’ennesima volta – in tutto il suo orrore e la sua disumanità. Ci vogliono costringere al ricorso al MES. Cioè ci vogliono costringere a fallire.
O, nella “migliore” delle ipotesi, vogliono aiutarci per metterci poi la troika in casa e sottoporci a un programma di rientro lacrime e sangue simile a quello imposto ai fratelli greci.
Dopo averci costretti a 30 anni di avanzo primario (cioè a 30 anni di impoverimento coatto), la UE ci vuole dare il colpo di grazia nel momento di maggiore difficoltà.
È talmente macroscopica stavolta la cosa, da costringere addirittura l’ultraeuropeista Mattarella a prendere posizione contro gli occupanti stranieri per la prima volta nel suo lungo mandato (too little, too late).
È un’immensa occasione per uscire dalla gabbia unionista. Adesso che il re è nudo davanti agli occhi di tutti. È questo il momento per tracciare una linea e schierarsi: o col Paese e coi suoi cittadini o contro. Non è più tempo di compromessi. È il momento di essere radicali.
Come radicale sarebbe la cura da cavallo che la UE vorrebbe imporci per darci il colpo di grazia, considerando l’inazione sciente di Lagarde. È questo il momento per serrare i ranghi e iniziare la lotta di liberazione. Anche, anzi soprattutto, dai nemici interni. Cioè dai Quisling nostrani. E voi, da che parte state?
Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni
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