Stamani, sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia ha pubblicato un duro attacco al curriculum dello studente, che da quest’anno farà parte integrante del materiale di valutazione dell’esame di maturità.
di Paolo Desogus
Galli della Loggia ha ragione su tutta le linea. Mi fa anche piacere leggere che nel suo editoriale sollevi il problema classista del curriculum dello studente: chi appartiene alle famiglie agiate potrà esibire attività extra scolastiche importanti, chi invece vive in provincia e non ha una famiglia attenta a abbastanza facoltosa presenterà un curriculum bianco.
E tuttavia non possiamo accontentarci di quel tipo di analisi. Galli della Loggia si guarda infatti bene dal ricondurre il disegno classista del ministro Bianchi (iniziato con la Buona scuola di Renzi) ai luoghi di potere che da anni teorizzano la distruzione della scuola pubblica così come l’abbiamo conosciuta.

Naturalmente non possiamo prendercela con Galli della Loggia, da cui del resto non possiamo aspettarci più di quello che ha scritto. Il grave problema italiano è che manca totalmente una coscienza sociale e civile, manca un’idea della scuola, un pensiero sul futuro. Manca un’idea del progresso.
Manca un blocco sociale che aspiri a una modernità in cui sia possibile ancora coltivare l’essere umano per soddisfare i suoi bisogni materiali, morali e spirituali in quest’epoca post industriale complessa e articolata. Abbonda invece un pensiero provinciale, gretto, miseramente materialistico, dove l’individuo è solo l’ingranaggio di un grande meccanismo economico gestito da un’oligarchia prepotente e rapace.