A prescindere dalla considerazione che si possa avere del Paese Cina, è un dato inconfutabile la sua impressionante crescita economica degli ultimi decenni (dal “socialismo con caratteristiche cinesi” di Deng Xiaoping degli anni Ottanta). Una crescita che ha contribuito a sconfiggere la povertà: per davvero. Nonostante la fallace narrazione dei giornali mainstream.
Autore: Gilberto Trombetta
“L’Economia cinese si ferma a +6,1%“. Un titolo venuto in essere già nell’ottobre del 2019 al Sole24Ore. Il primo commento che possa venire alla mente è: ecco, pensate se si fosse mossa.
Un +6% del PIL l’Italia non lo vede dai tempi del trentennio glorioso, prima cioè dello SME (1979), del divorzio Banca d’Italia/Tesoro (1981), della firma del trattato di Maastricht (1992) e del ritorno allo SME (novembre 1996) funzionale all’adozione dell’euro.
Sta così ferma, la Cina, che – come riporta la BBC – nel 2019 ha tirato fuori dalla povertà assoluta altri 10 milioni di cinesi circa. Oggi i cinesi in povertà assoluta sono quasi quanti gli italiani. Ma non in termini percentuali rispetto alla popolazione, in termini assoluti.
Infatti, gli italiani in povertà assoluta sono circa 5 milioni, mentre i cinesi poco più di 6 milioni. Peccato che la Cina abbia 1,3 miliardi di abitanti contro i circa 60 milioni dell’Italia.
Nello Jiangsu, una provincia cinese di circa 80 milioni di abitanti – cioè circa 20 milioni più dell’Italia -, sono rimaste 17 persone a vivere in povertà assoluta. Diciassette su ottanta milioni. Nell’ultimo anno il governo cinese ha investito quasi 20 miliardi di dollari solo per combattere la povertà.
Non è un caso se negli ultimi anni, mentre l’Italia triplicava i cittadini in condizioni di povertà per seguire le vetuste ricette liberali, la Cina puntando su una forte programmazione centralizzata ed un forte intervento dello Stato nell’economia ne ha tirati fuori una quantità mai vista prima nella storia moderna.
Per di più, quest’anno il numero di cinesi in povertà assoluta raggiungerà il traguardo annunciato di zero.
Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni
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