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Borghi spernacchia Pd e +Europa: anche loro hanno votato i minibot

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Sembra paradossale, ma Claudio Borghi è riuscito nell’impresa di avere il voto favorevole del Partito Democratico e di +Europa per la tanto attesa introduzione dei minibot.

In effetti per gli osservatore attenti non sarebbe stato troppo difficile aspettarselo, soprattutto dopo aver visto la lunga ed esaustiva intervista rilasciata dal Presidente della Commissione Bilancio al canale Byoblu di Claudio Messora.

In quella chiacchierata Borghi esprimeva in modo chiaro

la volontà di attuare una serie di provvedimenti politici subito dopo il voto delle europee. Tra questi: la proprietà statale dell’oro di Bankitalia, l’eliminazione del pareggio di bilancio in Costituzione e, per l’appunto, l’introduzione dei minibot.

Agli esponenti del Partito Democratico e di +Europa sarebbe bastato dunque accantonare il loro noto snobismo verso i canali di informazione alternativa per venire a conoscenza del piano nemmeno troppo segreto di Borghi. E invece Pd e +Europa si sono presentati lo scorso martedì a Montecitorio del tutto impreparati e hanno votato una mozione che potrebbe portare all’introduzione dei piccoli titoli di Stato.

(L’intervista di Claudio Borghi per Byoblu)

In realtà tale mozione non parla apertamente di minibot

ma impegna lo Stato a ripagare i debiti contratti con le imprese. Ciò che però farebbe pensare all’introduzione del nuovo strumento finanziario è l’impossibilità materiale dello Stato italiano di ripagare questa mole di debiti restando all’interno del circuito euro e dei parametri di Maastricht.

Secondo un’indagine del Sole24Ore, i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese ammontano a 70 miliardi (cifra considerata per giunta in difetto). Sempre per comprendere la gravità della situazione, occorre ricordare ancora come il solo Comune di Roma abbia 1,5 miliardi di debiti verso le imprese sotto la sua giurisdizione. Ripagare tali cifre è quindi impossibile, soprattutto nel momento in cui Bruxelles intasa la cassetta di posta di Palazzo Chigi con minacciosi inviti a non introdurre la flat tax (una manovra che prevede cifre ben più modeste di quelle sopramenzionate).

Nonostante l’evidenza di intenti contenuti nella mozione

gli esponenti di Pd e +Europa sono cascati  dal pero, sostenendo di essere stati quasi “fregati” da un testo ingannevole. “Nella prima versione della mozione non c’era quel punto”, ha per esempio detto Riccardo Magi, esponente di +Europa. Eppure, come dimostrato, il piano minibot era tutt’altro che segreto e il comportamento dell’opposizione dimostra ancora una volta che la presenza in aula non è sempre sinonimo di partecipazione attiva alle discussioni, ma semplice passatempo redditizio.

Mario Draghi

Ad ogni modo, l’approvazione della mozione avrebbe, secondo i media, scatenato i mercati facendo impennare lo spread a 290 punti. Più che i mercati è molto probabile che la possibilità dei minibot abbia fatto irritare Mario Draghi, capoccia (ancora per poco) della Bce. L’aumento dello spread altro non è che la conseguenza della diminuzione o dell’interruzione dell’acquisto dei titoli di Stato italiani da parte della Banca centrale europea.

 

“L’euro è irrevocabile” aveva detto infatti Draghi in tempi non sospetti e la possibilità di una moneta parallela deve essere trattata dall’istituto di Francoforte al pari di un’eresia religiosa.

Tuttavia, i minibot non sono tecnicamente assimilabili al concetto di moneta

I minibot sono uno strumento contabile. Abbiamo infatti due soggetti: lo Stato e le imprese. Entrambi hanno bisogno di liquidità. Il primo per pagare i debiti al secondo, il secondo per pagare le tasse al primo. Con i minibot concessi dallo Stato, le imprese potranno pagare le imposte per il corrispettivo di credito che hanno contratto con la pubblica amministrazione. Questi piccoli titoli di Stato diventano quindi lo strumento contabile per chiudere il cerchio economico.

C’è infine da segnalare che dall’approvazione della mozione all’effettiva introduzione del nuovo strumento passerà ancora un po’ di tempo, considerata anche la secca smentita da parte del Ministero dell’Economia rispetto alla possibilità di “introdurre strumenti finanziari paralleli all’euro”. Confermando quindi il trend passato, per l’attuale esecutivo è talvolta più difficile trovare un’intesa interna, piuttosto che superare gli ostacoli posti da un’opposizione che ormai è la parodia di se stessa.

 

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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Un commento

  1. Marina Siccardi

    L’introduzione dei minibot mi sembra una idea geniale.Lo Stato si fa garante nel dovere di rifondere in tempi umani e non biblici i privati che hanno svolto lavori a suo favore e a sua richiesta.La massa monetaria circolante non aumenta, evitando lo strozzinaggio UE, Con questo risparmio virtuoso il nostro debito viene alleggerito di interessi parassitari.Capisco perfettamente che tutto ciò non piaccia ai capi clan UE e spero tanto che se ne facciano una ragione.Inoltre se questo principio si afferma anche i tanti italiani Italia Stato scettici potranno cominciare a capire che uno Stato con Dirigenti e Politici intelligenti e fedeli al mandato popolare è veramente un Bene Comune.Ditemi dove ho sbagliato dal punto di vista leggi dell’ economia e doveri di uno Stato, mi serve per capire meglio.