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Bagnai è l’unico che può salvare la Lega e Salvini

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Non vogliamo occuparci della crisi di governo, né la manfrina delle consultazioni – il mestiere di Cassandra è duro e antipatico, del resto è completamente inutile – e i lettori fedeli sanno già come andrà a finire:”in Italia le cose vanno selvaggiamente”.

di Maurizio Blondet

Qui, signori pro-Salvini , si mostra un serio problema : che la causa sovranista (o la maceria che ne resta ) sia affidata ad un “leader” così, va sentito come un pericolo pubblico dagli stessi leghisti militanti, dai sovranisti e populisti: questo porta al fallimento le cause che a tutti noi stanno a cuore, a cominciare dal contrasto all’immigrazione di massa. Siamo disposti anche a perdere, ma non nel ridicolo in cui ci trascina costui.

Gli avversari

non solo hanno tutti i mezzi di potere in mano, appoggi internazionali, traditori interni; sono anche informati e intelligenti. Bisogna che il capo sia all’altezza di non farci finire, almeno, nel disonore e nel disdoro.

Le circostanziate accuse di Conte a Salvini – invece di essere subissate dai cachinni della tifoseria da discoteca – vanno ascoltate. Fra le più gravi e preoccupanti c c’è quella di viltà. Effettivamente Salvini non si è presentato i Parlamento a discutere la questione di Savoini e Russia – e si è fatto difendere da Conte primo ministro. Non si è mai presentato in Commissione Antimafia nonostante le richieste. Non è mai andato in alcun consesso europeo dei ministri degli Interni.

Il motivo pare chiaro: paura di mostrare i propri limiti, di non essere all’altezza. Probabilmente non conosce alcuna lingua. A questa fuga continua dal confronto con gente più ferrata, si unisce una ben nota falla già rilevata quando era eurodeputato: non legge, non studia i dossier, non studia in generale, non fa null’altro che campagna elettorale sui social proponendo se stesso mentre mangia.

La sua replica alle accuse di Conte

precise, circostanziate e motivate, da buon avvocato, è stata miseranda, inarticolata e primitiva senza contenuto, disastrosa insomma per chiunque non sia accecato dal fanatismo fesso.

Il discorso del senatore Bagnai è stato quello che ci si aspettava dal leader e che il leader non sa fare.
Ora, siccome pare che proprio questa rozzezza e volgarità sono quel che occorre per raccogliere nei sondaggi il favore di maggioranze che si compiacciono che “è come noi”, quei discotecari fumati e tatuati del Papeete che abbiamo visto con orrore stringersi attorno al loro Capitano, ben coscienti che se fosse più elegante e nobilmente intelligente non avrebbe quei voti, ci sentiamo di rivolgere un appello a quelli “migliori di lui” che per divina ispirazione ha fatto votare: lo contengano, lo informino, gli scrivano i discorsi, gli consiglino gli abiti e l’eloquio. E i pasti.

Tributandogli la più assoluta lealtà, lo salvino da se stesso e lo formino come leader. Ho visto bene in questo Bagnai. Troppo intelligente per piacere alle masse, è leale fino all’inverosimile e in più, dalla sinistra da cui proviene ha portato la capacità di odiare implacabilmente gli avversari e anche amici – che è una dote vincente nel mondo politico attuale. Cerchi di diventare il suo suggeritore fidato dietro le quinte, il suo spin doctor.

 

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