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Grillo può flirtare con Appendino, ma il “modello Torino” è trionfo d’inettitudine

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Con una barba finemente tagliata e occhialini fumé alla Matteo Messina Denaro, il garante, ma sarebbe meglio dire il patron del Movimento 5 Stelle ha fatto una comparsata a Torino ed ha elogiato il grande lavoro fatto dal sindaco AppendinoLei che vuole farsi chiamare sindaca e usa il termine assessora, non avendo d’altronde mai nascosto le sue passate simpatie per Sinistra è Libertà e per le crociate importanti portate avanti dal movimento di Vendola.

Beppe Grillo ha persino paventato di porre un’eccezione alla regola delle due candidature per favorire una eventuale rielezione del sindaco.

Appendino ha scherzosamente diniegato, respingendo scherzosamente al mittente la proposta di una “legge Appendino” ad hoc per inverare tale auspicio. Che però, considerati i risultati ottenuti finora, resterebbe comunque, anche ammettendo una nuova candidatura di Appendino, un auspicio molto aleatorio.

Chiara Appendino, giovane sindaco bocconiano che ha lavorato per la Juventus, avrebbe dovuto incarnare lo spirito di cambiamento quasi rivoluzionario che ha spinto così tanti torinesi a barrare il suo nome nell’elezione del novembre di due anni or sono. A latere della manifestazione “Terra Madre” si è tenuto un incontro privato fra il depositario del simbolo ed epuratore Beppe e la sua prediletta Chiara.

Così tante volte Torino è stata al centro dei plateali complimenti del leader dei 5 stelle,

quand’anche la situazione, nel capoluogo subalpino, appare tutt’altro che rosea. Se un cambio generazionale e di leadership può avere fatto bene alle incancrenite istituzioni cittadine, le novità che l’elettorato si sarebbe aspettate sono bel là da venire.

Così, in ordine sparso:

si continua a blaterare di una seconda linea di metropolitana, mentre ancora la linea 1 deve essere completata e non si sa bene quando, se e con che percorso si potrà pensare ad un nuovo ramo del metrò. Gli sforamenti del PM 10 sono ancora comuni e reiterati, mentre è ormai acclarata la incisività di tali eccessivi livelli di polveri sottili nell’aria con la drastica ascesa dei tumori infantili nel nostro paese (per approfondire: http://www.epiprev.it/materiali/2014/EP2/S1/EPv38i2S1_SENTIERIind.pdf).

Torino resta poi l’unica fra le grandi città in Italia, come su questo foglio elettronico è stato rilevato più volte, ad avere una Zona a Traffico Limitato ridotta ad un orario di 3 ore, di mattina (7,30-10,30). Una limitazione risibile, per una città di un milione di abitanti, dove, di media, si possiede più di un’automobile per nucleo famigliare! Chiara Appendino ha finora soggiaciuto alle proteste dei commercianti, non eseguendo le necessarie pedonalizzazioni (e non si tiri in ballo quella di pochi metri di via Moncalvo, in precollina, per favore), né aumentando il numero delle ore di Ztl per adeguarle a quelle di qualsiasi altra città medio-grande.

Il servizio di trasporto urbano

è stato aumentato di tariffa a 1,70€ orari, il ché pare un tantino esoso, considerando una qualità del servizio che va deteriorandosi, con macchinette della metropolitana sempre più spesso fuori uso.

Nonostante il cambio del capo della Polizia municipale, poi, la battaglia contro l’inciviltà urbana che la fa da padrona, sembra persa senza nemmeno un combattimento. La novità, infatti, non ha sortito cambiamenti tali da ingenerare un miglioramento, neppure lieve, nella giungla urbana che è la città.

I divieti di sosta e fermata sulle più trafficate direttive della città vengono pedissequamente ignorati e così via Cernaia, via Po, piazza Vittorio Veneto, ecc. sono invase da inciviltà durante le diverse ore che fanno comodo ai Torinesi. Per esempio in via Cernaia al limitare dell’ingresso della Ztl ogni mattina sostano (molto spesso a motore acceso) decine e decine di auto in attesa che le scocchino le fatidiche 10,30.

Piazza Vittorio è tornata come ai tempi del peggior Fassino, con auto in divieto di sosta e auto in doppia fila rispetto a quelle in divieto. Auto sulla linea di mezzeria delle vie che entrano nella piazza porticata più grande d’Europa, rovinata dall’inciviltà di tanti cittadini e dalla continua inettitudine dei suoi governanti.

Se il modello Torino è ciò che viene proposto come la salvezza della competenza e del merito, a cui ispirarsi a livello nazionale,

il Movimento 5 Stelle si rivela un buco nell’acqua a partire dai suoi capisaldi. Un movimento corale e affermato, profondo e con una certa storia recente baldanzosa ed innovativa – unico grande movimento politico nato sul web e arrivato al governo nel mondo – , ma che alfine si rivela un fuoco di paglia sul modello del Movimento dei Forconi, solo un po’ più lento ad estinguersi.

Elena Ferrero

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