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La giornata d’una “volantinatrice”

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Un retroscena del Salone in chiave ironica

Spesso passeggiando sotto i portici di via Roma, o per lo stesso Salone del Libro ci si para di fronte una ragazza con dei volantini che ci dice: «Salve posso lascia…». Neanche il tempo che la lingua della “volantinatrice” (infelice neologismo) articoli del tutto la parola “lasciarvi” che noi avremo già detto un secco «no grazie» senza nemmeno guardarla (al di là della bellezza). Ci sono altri modi più bruschi, ma che alcuni conoscono, come il semplice “no”, il non rispondere, il prendere per il naso o il rispondere in modo scortese. Spesso si pensa che questi ragazzi e ragazze che distribuiscono volantini siano lì solo per darci fastidio, bloccare il nostro deambulare verso la metà prefissata (lavoro o università di sorta), ma non si tiene conto che anche loro stanno lavorando e magari ci “stressano” tanto, perché hanno delle scadenze da rispettare.

Brevi spunti da tenere a mente per la prossima volta che una “volantinatrice” ci si parrà dinnanzi:

Se è mattina presto ricordarsi che anche quella ragazza si è alzata di buon ora per essere lì; se è tardi ricordarsi che sono 8 ore che quella ragazza è in piedi.

Se sono 8 ore che quella ragazza è in piedi, ricordarsi che di certo qualche vago improperio l?avrà pur ricevuto (e senza poter controbattere).

Correzione, non è detto che siano solo 8 ore lavorative: magari sta facendo gli straordinari, che con buona probabilità salteranno, non verranno pagati.

Se vi “stressa” per farvi fare un abbonamento, magari è perché viene messa sotto pressione dai datori di lavoro, poiché non rende e la si cerca così di spingere alle dimissioni.

Se è lì che distruibuisce volantini non pensiate lo faccia per il sadico e perverso gusto del dare fastidio alle persone, ma forse sta solo cercando di guadagnare qualcosa e di levarsi la ministeriale nomea di “bambocciona“.

Infine (amara e ironica nota) non vi preoccupate, prima o poi passerà ad un altro lavoro. Non di certo perché “dare fastidio” alle persone non sia gratificante, ma perché vittima della temibile “monotonia del posto fisso” di onorevole memoria.

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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