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Il corteo dei profughi ottiene di incontrare Boldrini. La delusione al termine dell’incontro.

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TORINO – Un gruppo di profughi oggi organizzatisi in corteo ha manifestato a gran voce l’intenzione di interloquire con la Presidentessa della Camera dei deputati. Boldrini era oggi in città ed ha oggi inaugurato la Biennale Democrazia, manifestazione che ha spostato la prima dell’opera Don Carlo di Giuseppe Verdi a domani, poiché si è ritenuto che la sede della manifestazione fosse da ospitare al teatro Regio, che si è scusato con gli abbonati adducendo l’importanza di tale ciclo di incontri.

I profughi nord africani, in circa 200, si sono mossi in corteo dalla stazione Porta Nuova. La manifestazione è giunta in piazza Castello dove alle 18 Boldrini ha aperto, con quella che la Repubblica ha definito una lectio magistralis, la Biennale Democrazia, nell’ampia sala del teatro.

Ad aprire il corteo dei rifugiati e richiedenti asilo, che alcune settimane fa avevano occupato delle palazzine del Villaggio olimpico ex Moi di Torino, e’ uno striscione con la scritta “Casa, reddito e dignita’ per tutti”. (AdnKronos) Presenti tra i manifestanti anche i sindacati Cub Migranti e Usb, e alcuni esponenti dei centri sociali cittadini.

L’emergenza Nordafricana “ha dimostrato criticità sotto gli occhi di tutti – ha affermato Laura Boldrini – l’uso di enormi risorse che non ha portato ai risultati dovuti. Sono stati fatti accordi con enti che non avevano le competenze e non e’ stato legato il soggiorno ai servizi. Il problema esiste per tutti ma non dobbiamo creare aspettative su un’assistenza a tempo indeterminato”.

I profughi hanno spiegato la loro situazione e al termine dell’incontro hanno detto di non essere molto soddisfatti. “Noi non possiamo andare all’estero, non possiamo lavorare per la crisi – hanno detto – ma almeno una casa dove vivere…non possiamo continuare a vivere sulla strada. Non le chiedevamo di darci oggi una casa ma di fare una scelta di parte, siamo delusi“.

Il fatto che Boldrini abbia detto ai profughi di non poter vivere solo di assitenza, ma di cercare nuove strade non è stato da questi ultimi preso come consiglio affabile, ma anzi è stato visto come un cambio di direzione ed una dichiarazione che si è posta in disaccordo e contraddizione con precedenti dichiarazioni della presidentessa, che al momento del suo insediamento ha dichiarato come prioritario per il paese conferire la cittadinanza ai figli di (tutti) gli immigrati nati (per caso o per fortuna) sul suolo italiano.

Incoerenza di Boldrini o aspettative troppo alte da parte dei “profughi”?

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Di Redazione Elzeviro.eu

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