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Un futuro innovativo per i ragazzi diversamente abili, grazie alla Chicco Cotto Onlus

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Formare i “ragazzi speciali” per indirizzarli al settore vending e avviarli così al mondo del lavoro

 

TORINO – “Che ne sarà di mio figlio una volta terminata la scuola dell’obbligo?” è la frase più comune che si ripetono i genitori di ragazzi “speciali”, ossia, i ragazzi con disabilità; si tratta di un interrogativo cruciale che racchiude dentro di sé tanti altre questioni, ansie e preoccupazioni. Purtroppo, nonostante gli enormi progressi fatti negli ultimi anni dal nostro Welfare e dal mondo della scuola, il futuro dei ragazzi con disabilità è sempre un’incognita non indifferente, specialmente quando questi raggiungono il limite di età per la scuola dell’obbligo e le offerte formative e professionali per le categorie protette non sempre si rivelano all’altezza.

 

Tuttavia ci sono sempre quei fulmini a ciel sereno che nel bagliore del loro lampo rompono la monotonia del cielo grigio e nella loro repentinità indicano così una direzione. E’ il caso della Chicco Cotto Onlus, una realtà del terzo settore che opera a Torino e si occupa della formazione professionale dei “ragazzi speciali” per avviarli e inserirli nel settore lavorativo del vending, ossia i distributori automatici di cibi e bevande che troviamo quotidianamente in molti luoghi pubblici. Il progetto è nato tra il 2013 e il 2014 dalla collaborazione tra la Lavazza, la scuola “San Giuseppe Cottolengo” e l’istituto tecnico “Amedeo Avogadro” e da quest’anno ha visto l’adesione anche da parte della Ferrero e della Caritas di Torino. Il progetto coinvolge ragazzi con disabilità tra i 13 e i 17 anni, tutti studenti presso la scuola media cottolenghina e l’istituto tecnico torinese.

 

All’inizio siamo partiti con 2 ragazzi e al momento ne abbiamo 9. Di questi, 4 di loro frequentano l’istituto Avogadro, 3 frequentano le scuole medie al Cottolengo e altri 2 fanno parte dei nuovi inserimenti provenienti da altre scuole alle quali il progetto piace, benché non ci sia ancora accordi ufficiali.” – così ci spiega Giuseppe Rusciano, educatore professionale coordinatore del progetto che si occupa della gestione delle attività della Chicco Cotto –  “Abbiamo un protocollo d’intesa tra la scuola media del Cottolengo e l’istituto Avogadro che serve a fare in modo che al termine delle scuole medie, le famiglie interessate al progetto iscrivano i figli presso l’istituto Avogadro, il quale fornisce  il proprio personale di sostegno per accompagnarli a svolgere le attività. Va precisato, che i ragazzi coinvolti nel progetto frequentano normalmente la scuola superiore, ma due giorni a settimana per 4 ore collaborano con il nostro progetto.”

 

La missione educativa e professionale” – continua a spiegarci Giuseppe – “consiste nel formare i ragazzi alle attività di vending, ossia, cerchiamo di fare in modo che sappiano riempire una macchinetta distributrice di bevande e snack. Sono per lo più ragazzi autistici, anche se da quest’anno abbiamo aggiunto un altro ragazzo in carrozzina affetto da una disabilità motoria. Le nostre attività si svolgono, per lo più, a scuola e consistono nel recarci nel magazzino dove teniamo i prodotti e individuare quelli necessari da andare a riporre nelle macchinette. Una volta alla macchinetta i ragazzi provvedono a riempirla e durante questa attività sono seguiti da un educatore. Questo comporta lo sviluppo di varie abilità, dal saper tenere il conto al mantenimento dell’attenzione, dalla manualità alla precisione. Tutto questo sperando di poterli collocare, in futuro, nel settore vending e dar loro la possibilità di svolgere un’attività lavorativa gratificante.”

 

Le attività della Chicco Cotto tuttavia non si sono limitate solo agli ambienti scolastici, ma anche in occasione di altri eventi pubblici che la città di Torino ha conosciuto nell’ultimo anno. Durante l’esposizione della Sindone abbiamo visto questi “ragazzi speciali” recarsi quotidianamente, in compagnia dei loro educatori, a rifornire i distributori di snack e bevande presso l’area ristoro riservata ai pellegrini in visita, oppure, durante la Giornata Mondiale per la consapevolezza sull’Autismo tenutasi il 1 aprile ai piedi della Mole Antonelliana. Inoltre, all’inizio del mese scorso, la scuola Cottolengo ha avuto modo di ricevere visita da parte di alcuni rappresentanti dell’Agenzia europea per i bisogni educativi speciali e l’istruzione inclusiva, i quali hanno avuto modo di osservare da vicino l’ambiente presso il quale si svolgono le attività della Chicco Cotto e di stare così a contatto con i ragazzi e gli educatori per osservare il loro lavoro.

 

Il progetto al momento non gode di alcun patrocinio da parte della Regione Piemonte o dei ministeri dell’Istruzione, del Lavoro e delle Politiche Sociali; eppure chissà che questa realtà, con tutte le carte in regole per poter divenire un’eccellenza nell’ambito della formazione professionale, possa ottenere risonanza e attenzione dall’Unione Europea? Chissà che, in un settore ancora molto povero di progetti e innovazione come quello dell’educazione speciale e della formazione per i “ragazzi speciali”, la Chicco Cotto possa aprire una strada e indicare così la giusta direzione.

 

L’auspicio è che questi “ragazzi speciali”, assieme ai loro educatori, se la cavino al meglio…noi glielo auguriamo di tutto cuore!

 

@ArioCorapi

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Di Redazione Elzeviro.eu

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