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Roma. Muore in un incidente d’auto Claudio Salini

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Se ne é andato sulla sua Porsche nuova fiammante, Claudio Salini, noto costruttore romano, 46 anni, marito e padre di due bambine.
Forse un’accellerata di troppo, l’ebbrezza della velocità, un dosso maledetto sulla Via Cristoforo Colombo, a Roma.
Conoscevo il cugino, Gabriele. Abbiamo lavorato insieme per molti anni. Mio padre era stato il consulente del lavoro di uno dei Gruppi Salini per moltissimi anni. 
A Roma sono molto noti, i Salini. Hanno costruito ovunque, possiedono palazzi, negozi, uffici. Stavano lavorando alla realizzazione di alcuni parcheggi alla stazione Termini, una commessa affidatagli da “Grandi Stazioni”.
Oggi ai funerali che si sono svolti a Santa Sabina all’Aventino erano presenti moltissimi dipendenti del gruppo di cui l’ingegnere Claudio era amministratore delegato, amici, famigliari. 
Claudio non l’ho mai conosciuto, nemmeno mai visto. So che era un grande lavoratore, che era ricco, che aveva molte responsabilità, tanti impegni, una vita piena. Era da poco tornato da una vacanza in Sardegna con la famiglia. 
Ho letto molti articoli sulla sua morte ma nemmeno una nota di commiato. I blog sono pieni di ingiurie, di “ben ti sta”, “ti ha ucciso la tua stupidità”. Sí perché in Italia chi é ricco e chi ha la Porsche deve avere una morte cruenta. 
Chi é ricco é colpevole di esserlo. Non é giusto che tu abbia un sacco di soldi, la Porsche, le vacanze in Sardegna, una bella casa. Devi vivere nella miseria e nell’invidia di chi la Porsche la vorrebbe ma non può. 
Nessuno pensa che Claudio Salini era ricco, certo, era nato dalla “parte giusta”, ma che lavorava duro, che aveva responsabilità di cui io non saprei gestire nemmeno un decimo, che lavorava 15 ore al giorno, che dava migliaia di posti di lavoro. 
No, perché nel nostro paese essere ricchi non é un merito ma una colpa.
E allora, a morte tutti i ricchi. Possibilmente su una macchina di lusso nuova fiammante.
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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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