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Anfiteatro svenduto, vergogna assoluta

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Diamo ancora spazio alle assurde vicende del comune più rosso d’Italia. La denuncia (l’ennesima) del Movimento Libero iniziativa Sociale.

SEZZE (LT) – 
Hanno svenduto Sezze. Come da giorni stiamo denuciando provocatoriamente sui social network dopo essere entrati in possesso della relativa delibera di giunta regionale, l’area dell’Anfiteatro, Ecomostro compreso, è stata inserita tra i beni del patrimonio immobiliare da svendere, per fare cassa, dalla Regione Lazio.

Uno schiaffo a Sezze ed ai sezzesi, per quanto possa loro interessare. Si tratta certamente di una sconfitta almeno per chi, come noi di questa vergognosa vicenda si è interessato da vicino, nel silenzio di tutti, fin da prima che le ruspe abbattessero la bella struttura del Teatro Italiano per sostituirla con una colata di cemento che ha ferito a morte l’ambiente, con la devastazione di un’opera che caratterizzava il più importante e grande centro dei Lepini.

Una sconfitta perché i nostri sforzi, partiti dal Comune di Sezze per arrivare al Parlamento Europeo, passando attraverso la Regione Lazio, sono stati vanificati dalla delibera della giunta di Zingaretti, chiaramente finalizzata a favorire interessi privati, quelli di chi si impadronirà del complesso, a danno di quelli della comunità, se a Sezze può avere ancora un senso parlare di comunità.

La storia è nota.

Per l’edificazione di questo Ecomostro e la conseguente devastazione dell’area, si è arrivati ad usufruire di finanziamenti che si aggirano attorno ai 3milioni di euro. Finanziamenti che, visto che i lavori non sono stati conclusi, hanno indotto la Commissione Europea ad adottare provvedimenti necessari per il recupero dei contributi erogati. Ci preme ricordare, comunque, che si trattava di contributi farlocchi, nel senso che avrebbero dovuto essere erogati per lavori di ristrutturazione, recupero e messa in sicurezza, mentre nella realtà si è proceduto all’abbattimento totale del bel complesso progettato dall’architetto Piacentini, per edificare ex novo quello che chi scrive ha fatto passare alle cronache come Ecomostro.

Come va sottolineato che il comprensorio era stato affidato dalla Provincia di Latina, o meglio dall’APT, al Comune di Sezze, prima in comodato poi con diritto di superficie per dare la possibilità di usufruire di finanziamenti finalizzati al solo restauro, come previsto espressamente dall’atto di cessione del 2004. I lavori iniziarono nel giugno 2005 e nell’ottobre 2005 l’APT di Latina invitò il Comune a sospendere quegli interventi devastanti, che non avevano niente a che vedere con il progetto precedentemente approvato. Infatti il Comune di Sezze aveva provveduto ad approvare un ulteriore progetto, che era tutto fuorché di restauro.

Nonostante questo e nonostante le nostre denunce, continuarono ad arrivare finanziamenti per stralci. Ora tutto il comprensorio, comprensivo dell’Ecomostro, viene messo in vendita per una cifra addirittura inferiore rispetto a quella dei finanziamenti ottenuti dal Comune. Una vera e propria beffa per i cittadini, una ottima speculazione per chi ne entrerà in possesso, un pessimo segnale per questo territorio.

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la sua giunta comprensiva dell’assessore di Sezze Sonia Ricci, come possono giustificare questo spreco di denaro pubblico ed il relativo colpo di spugna su una vicenda che rappresnta una pagina oscura per Sezze? Ora chi dovrà rimborsare l’Europa? E il Ministero delle Infrastrutture che dice? Ed infine: ma i sezzesi dove stanno?  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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