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Rimane ancora in sospeso la questione “campi rom” a Torino. Il consiglio comunale, riunitosi ieri, ha infatti rinviato a venerdì (seduta straordinaria) la votazione per l’approvazione del referendum proposto dalla Lega Nord. Oltre al referendum è stata rimandata anche la votazione circa la necessita di un censimento all’interno delle strutture abusive e non abitate dagli zingari.
La data proposta per questo censimento è per il prossimo novembre 2015, secondo la richiesta di Maurizio Marrone (capogruppo di Fratelli d’Italia), scelta non a caso perché per quel periodo è previsto il termine dell’appalto da 5 milioni di euro concesso dal comune alla cooperativa SELarom.
Il progetto di queste fantomatiche cooperative, di cui non troviamo su internet alcun riferimento sitografico, sarebbe quello di “superare il campo nomadi” attraverso il graduale inserimento dei rom nel mondo lavorativo e con l’assegnazione di case popolari (bypassando così quelle che sono le graduatorie stabilite per legge).
Tra i banchi del consiglio comunale c’è chi è ovviamente preoccupato per l’impiego di quest’importante cifra di denaro pubblico, visti anche i recenti scandali che hanno colpito il mondo dell’associazionismo e delle cooperative “salvaimmigrati”. Il censimento proposto da Fratelli d’Italia e il referendum proposto invece dalla Lega ci sembrano le richieste minime per rendere sempre più trasparente il lavoro di queste cooperative e consegnare ai cittadini quel ruolo di partecipazione alle decisioni sociali che gli spetta.
Un ultimo appunto andrebbe rivolto a coloro che lavorano per SELarom: come mai una cooperativa che si sobbarca l’onere di gestire 5 milioni di euro pubblici per uno scopo così “nobile” non possiede nemmeno un sito dove poter consultare perlomeno le precedenti esperienze e gli obiettivi della stessa?
