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Il sindaco Fassino assicura acqua, luce e gas ai Campi Nomadi ma si dimentica di illuminare i parchi pubblici

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La foto scattata con il cellulare che vedete a lato non è il sequel del film di Sam RaimiL’armata delle tenebre” né introduce al primo canto della Divina Commedia di dantesca memoria, ma è l’immagine, magari non perfetta ma reale, di quello che è il Parco Carrara, meglio noto come “Parco della Pellerina” la sera dopo il tramonto. Il sottoscritto, dopo circa dieci anni è tornato da quelle parti per farsi un’oretta di jogging così come le centinaia-migliaia di torinesi che tutti i giorni si recano al parco per correre, andare in bici o anche solo farsi due passi. Un diritto questo sacrosanto da parte della cittadinanza il cui esercizio, come si può vedere dalla foto in questione, è reso praticamente impossibile dopo il tramonto: così come dieci anni fa con la precedente amministrazione del sindaco Chiamparino, la situazione continua ad essere impietosamente la stessa.

 

Infatti quello che può essere considerato come uno dei parchi più frequentati e, per questo, più importanti della città, ad eccezione di una limitata e circoscritta zona non più grande di un misero 15/20% dell’intera estensione, udite, udite, non è praticamente provvisto di illuminazione pubblica. Gli ardimentosi, vi assicuro che non sono pochi, che hanno il coraggio di sfidare le tenebre che calano nel parco dopo che l’astro diurno si è dileguato sotto l’orizzonte, lo fanno a loro rischio e pericolo. Pericolo sia di cadere in una delle tante buche spesso stracolme di acqua e mai riempite da una seria opera di manutenzione, che di finire vittima di qualche rapina o aggressione.

 

Di lampioni in grado di rischiarare doverosamente i vari sentieri che attraversano l’intera area neppurel’ombra, ad eccezione sempre di quel piccolo fazzoletto di parco, equivalente a circa un quinto, che viene illuminato da alcuni grandi riflettori. Il resto, quando non è rischiarato da una timida luna, è immerso nel buio più pesto. Ora se è pur vero che il Comune di Torino non ha neanche più i soldi per acquistare una confezione di rotoli di carta igienica per i suoi dipendenti, sorge spontaneo domandarsi perché mai una parte non indifferente delle poche risorse a disposizione venga letteralmente sprecata per assicurare ai campi Rom e…ai vari centri sociali della città quella stessa luce che invece viene negata agli onesti cittadini torinesi.

 

Pensiamo, e non a torto, che se quelle risorse fossero utilizzate per ben altri scopi più graditi alla cittadinanza, non sarebbero molti i torinesi che si straccerebbero le vesti per la rabbia. Pensiamo che i soldi risparmiati con i nomadi e i “simpatici fannulloni” dei centri di cui sopra potrebbero benissimo servire per l’acquisto e l’installazione di almeno una dozzina di lampioni, il perché ciò non sia ancora stato fatto andrebbe chiesto al signor Fassino. Il sindaco infatti dovrebbe ricordare che i molti torinesi che gli hanno dato credito per rappresentare le loro giuste e sacrosante istanze, aspettano ancora che lui onori quello stesso debito.

 

L’invito pressante che quindi gli facciamo è quello di decidersi a fare una buona volta gli interessi di quegli stessi cittadini, a meno di non considerarli, rispetto ai nomadi e ai frequentatori dei Centri Sociali, semplici contribuenti di serie B condannati ad assistere solo ai privilegi altrui e…ovviamente a continuare a brancolare nel buio.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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