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Torino è la città dei primati: prima capitale d’Italia e poi? Primo comune italiano per livello d’indebitamento pubblico, comune più inquinato dello stivale e secondo in Europa. Torino è anche il comune, unico nel territorio tricolore, che permette l’occupazione abusiva di spazio pubblico da ben 25 anni. Si tratta del CSA Murazzi, centro sociale posto sotto le Arcate del Po.
Insieme al Gabrio, zona Cenisia, e all’Askatasuna, zona Vanchiglia, rappresenta il fiore all’occhiello dell’attività antagonista della città. Nonostante sia stato emesso un provvedimento di sequestro preventivo da parte del Tribunale di Torino, finora inspiegabilmente inattuato, anarchici e compagni hanno deciso di festeggiare i 25 anni d’occupazione organizzando “iniziative culturali” dal 29 agosto al 28 settembre. Gli introiti delle serate saranno totalmente esentasse, come anche la concessione mai pagata per tutto questo tempo. Il Comune di Torino permette anche che gli eventi non debbano essere sottoposti alla tassa Siae, oltre al fatto di permettere l’esenzione del pagamento dell’energia.
Chissa cosa penserebbe di tale situazione l’imprenditore Gianfranco Varano, costretto a chiudere la sua attività legalizzata per colpa di una giustizia irreprensibile e pignola solo verso i cittadini onesti. O chissà ancora cosa pensa l’imprenditore Simone Casti, il quale ha ricevuto una cartella da Equitalia con l’obbligo di pagare 63mila euro nel giro di dieci giorni.
Il sindaco Fassino dovrebbe anche conoscere l’ex imprenditore Vito Monte, costretto a chiudere la propria attività a causa delle tasse e della crisi, e ora residente nella sua macchina.
Con questo atto di lassismo il comune di Torino sta calpestando la dignità umana, quella che hanno ancora i cittadini onesti. Gente disposta a sacrificare la propria esistenza pur di rispettare una legge di cui le stesse istituzioni ormai se ne infischiano.
Così per un mese sotto gli occhi di polizia, vigili urbani, carabinieri, sindaco e cittadini, si terranno feste per ricordarci quanto ci stanno facendo fessi. Continueremo a guardare?
