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La lunghissima vacanza degli addetti ai lavori dell’università

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TORINO- Oggi è martedì, un giorno della settimana come un altro. Pasqua e pasquetta sono ormai un ricordo gonfio di cibo e di festa, eppure in una città che si dovrebbe nutrire di cultura a colazione, a quanto dice l’ex sindaco Chiamparino, quest’ultima viene ancora fatta riposare per una settimana intera.

In particolare nel Campus Luigi Einaudi, la struttura universitaria ritenuta più all’avanguardia nel capoluogo piemontese, si continuano consumare grigliate e uova di Pasqua, alla faccia degli studenti che si ritrovano in prossimità di esami o tesi di laurea da discutere. La biblioteca del Campus terrà chiusi i battenti fino al prossimo lunedì 28 aprile, interrompendo così l’accesso a tutti quei volumi che sono rinvenibili solo al suo interno. Dunque per chi deve prepare orali, scritti e quant’altro per le settimane a venire con l’ausilio indispensabile dei volumi della biblioteca Norberto Bobbio dovrà prendersi un’ulteriore vacanza, proprio come gli addetti ai lavori. Un’inspiegabile interruzione del servizio in un periodo oltretutto “molto caldo” visto che ci troviamo a ridosso della sessione degli esami estivi; troviamo strano come una simile autorizzazione sia stata concessa dal rettore Gianmaria Ajani.

La biblioteca Bobbio era stata già oggetto di critiche sia per la carenza di armadietti al suo interno (indispensabili per depositare zaini e borse degli studenti) sia per l’orario, dalle 9 alle 18, ritenuto breve per consentire un tranquillo studio agli universitari.

Le criticità al Campus Luigi Einaudi esistono ma non sono una priorità. Ci sono sedi che hanno problemi strutturali ben più grandi“, di recente si era espresso così il rettore Ajani a seguito di numerose critiche piovute da numerosi studenti. Una risposta che lascia tutti con l’amaro in bocca perché si limita a constatare gli errori altrui, quando invece si potrebbero migliorare o eliminare i propri. In riferimento alla biblioteca si potrebbe, per esempio, in periodi “vacanzieri” come questo, ridurre al minimo il personale, consentendo però lo stesso l’accesso e la consultazione libri per gli studenti (interrompendo magari invece il servizio prestito/restituzione).

Possibile che proposte così facilmente attuabili non vengano prese in considerazione dal rettore, che preferisce crogiolarsi nell’osservazione delle lacune altrui?

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Di Redazione Elzeviro.eu

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