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Tratta ferroviaria Ivrea – Aosta

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IVREA – Per la tratta ferroviaria Aosta-Ivrea-Chivasso non c’è proprio pace. Infatti, anche i treni bimodali, quelli caldamente voluti dalla Regione Valle d’Aosta e osteggiati dai pendolari, naufragano nel nulla. L’appalto, infatti, è andato a vuoto poiché le tre imprese che si sono fatte avanti non sono ammissibili. Così rischiano di andare in fumo i 50 milioni di euro di finanziamento statale che avrebbero consentito di acquistare cinque treni alimentati sia a diesel (tratta Aosta-Ivrea) che ad elettricità (Ivrea-Torino). Lo Stato infatti aveva vincolato i 50 milioni di euro (decreto del Fare) all’aggiudicazione dell’appalto entro il 31 dicembre scorso.

«Ricordiamo che quel decreto aveva sbloccato 28 milioni originariamente destinati alla lunetta di Chivasso – spiega Mirko Franceschinis, presidente dell’Associazione utenti ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta – permettendo di stornarli per l’acquisto dei bimodali. A queste risorse, la Regione Vda ne aveva aggiunte altre, derivanti da finanziamenti europei, a loro volta stornate da interventi previsti a favore dell’infrastruttura della tratta Aosta – Pré St. Didier». «Come Associazione Utenti – prosegue Franceschinis – avevamo contestato la scelta dei bimodali, prima di tutto perché la giudicavamo non risolutiva dei problemi della linea, ma anche perché il loro acquisto e utilizzo aprivano una serie di problematiche di natura tecnica che si sono puntualmente presentate, persino in anticipo sulle nostre previsioni».

Secondo i pendolari valdostani e cnavesani, la soluzione per la tratta Ivrea-Aosta, è l’elettrificazione. Esiste già un progetto di massima, redatto da RFI, che ha anche superato la valutazione di impatto ambientale. Non solo: ci sarebbero anche i soldi: quei 521 milioni di euro che il Governo ha impegnato per l’ammodernamento della tratta ferroviaria che unisce il Piemonte alla valle d’Aosta.

«Ma queste risorse rischiano di fare la stessa fine di quelle assegnate ai bimodali – attacca Franceschinis – visto che la legge di stabilità ne ha vincolato l’uso alla definizione dei progetti entro il 30 giugno 2014. Anche in questo caso, però, è la Regione Valle d’Aosta che deve assumere l’iniziativa, fare le scelte su quali progetti chiedere a Rfi, e presentarli per attivare i finanziamenti».

«Inerzia che fa il paio con quella della Regione Piemonte, che non ha speso una parola né ha mostrato un minimo di iniziativa sull’impiego dei 521 milioni- conclude il presidente dell’Associazione Utenti – nonostante i numerosi solleciti ricevuti anche da parlamentari, consiglieri regionali e sindaci dell’Eporediese».


Diego pdn

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Di Redazione Elzeviro.eu

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