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Storie di ordinaria follia…architettonica a Torino

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Torino sarebbe, soprattutto nel centro storico una gran bella città con monumenti che ci invidiano da mezzo mondo. Piazza Vittorio Veneto e piazza San Carlo sono considerate tra le più belle piazze d?Italia.

La stessa piazza Castello con Palazzo Madama e il castello degli Acaja è un punto di riferimento di sicura attrattiva per le decine di migliaia di turisti che da un po? di anni a questa parte hanno incominciato ad affollare le nostre strade. Torino la città dove si trova il Museo Egizio più importante al mondo dopo quello del Cairo. La città dove si conserva tra le altre reliquie la più famosa, la più venerata del mondo, meta del pellegrinaggio di centinaia di migliaia di fedeli provenienti da tutte le parti della terra: mi riferisco ovviamente alla Santa Sindone, custodita all?interno del Duomo di Torino.

Fin qui le molte note positive, quasi leggendarie di una città che ha vissuto il suo sviluppo storico ed economico attraverso duemila anni di storia epica che l?ha portata a diventare sebbene per poco la capitale d?Italia. Purtroppo, come al solito succede in questi casi, c?è sempre la classica zona d?ombra, l?inspiegabile che fa capolino tra le pieghe della storia e che sembra dimostrare quanto la mente umana possa spaziare dall?eccelso empireo del genio sublime fino agli estremi opposti dell?abisso più nero della stupidità umana.

Un esempio lampante e che ha rovinato in parte il sogno di una delle più belle città d?Italia è rappresentato da ciò che possiamo “ammirare” una volta giunti nei pressi dell?antico Duomo di Torino. Ebbene davanti ad una delle costruzioni più antiche della città, dove, come abbiamo appena detto, viene conservata la reliquia più importante del mondo?qualche imbecille di passata memoria, perché tale si deve considerare chi ha concepito una simile cosa, ha avuto la bellissima idea di erigere quell?obbrobrio, quella sinistra e orrida struttura che al secolo è nota con il nomen omen di “palazzaccio” e dove al suo interno sono collocati gli uffici comunali dei lavori pubblici.

I turisti che si fanno, (sic!) migliaia di chilometri per venire ad ammirare una città fatta finalmente risorgere dalle nebbie di decine e decine di anni di torpore, si vedono parare davanti a quello che dovrebbe essere un angolo suggestivo della città storica, quella cosa che potete ammirare nell?immagine messa in testa all?articolo. C?è solo una domanda a questo punto legittima e doverosa? Chi mai può avere anche solo concepito una simile assurdità? Non lo sappiamo e forse sarebbe meglio non andare a scoprirlo, perché tanto oggi non servirebbe più a niente?

Come a niente servirebbe andare a pescare il responsabile che ha fatto sorgere proprio di fianco alle Porte Palatine, altro punto foriero di suggestive sensazioni, quella altrettanto brutta casamatta che al giorno d?oggi ospita gli uffici della Polizia. Anche qui ai turisti che vengono desiderosi di visitare un reperto archeologico che non ha nulla da invidiare alle forse più famose Porte Palatine della città di Treviri in Germania, si para davanti la casamatta di cui sopra con fuori il parcheggio delle camionette della Polizia.

Per carità lungi da noi fare anche solo un appunto ai nostri bravi e professionali tutori dell?ordine ma forse se gli stessi andassero ad occupare un palazzo magari in una zona di interesse meno turistico non sarebbe una brutta idea. Ma ripetiamo anche qui ci deve essere stato negli anni cinquanta, perché solo in quegli anni si potevano costruire in tutta libertà simili devastanti obbrobri dell?edilizia, un colpevole, un responsabile che forse sarebbe stato meglio licenziare in tronco per manifesta inadeguatezza.

Diciamo che quest?ultimo palazzo fa il paio con il suo degno emulo architettonico posto a un centinaio di metri più in là. Guardando l?intera zona è un po? come se tra i fori imperiali di Roma avessero costruito che ne so il palazzo dell?anagrafe o l?ufficio delle Poste. Questa è comunque la situazione attuale di uno dei luoghi forse più importanti della città sabauda. Che fare quindi? Ormai il danno (e che danno!) è stato fatto, come fare per nascondere agli occhi degli stupiti turisti, i cui commenti il sottoscritto ha avuto modo una volta di sorbirsi mentre a sua volta ammirava il suddetto panorama?

Onestamente non lo so, la soluzione bisognerebbe chiederla agli inetti che sessant?anni fa hanno causato un simile scempio, ammesso che la vita inutile ed oziosa di simili individui non abbia trovato la sua giusta pace per mano della Provvidenza Divina. Forse l?unica cosa da fare ormai potrebbe essere quella di affidarsi semplicemente a grandi ruspe e ad una buona dose di dinamite per fare crollare ed abbattere simili sconci degni del peggior paese dell?ex cortina di ferro sovietica.

Al posto loro sarebbe bello magari costruire un bel giardino con in mezzo un bel monumento celebrante la fine di un incubo: quello che solo l?idiozia umana può creare e che solo l?intelligenza anche se tardiva può definitivamente distruggere.

di Roberto Crudelini

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Di Redazione Elzeviro.eu

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