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Il settimo sigillo bianconero

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COMMENTO AL CAMPIONATO

La Juve con il punto conquistato all’Olimpico si aggiudica il suo settimo sigillo tricolore consecutivo. Il Napoli vittorioso a Marassi contro la Samp si prende l’onore delle armi.

La Lazio spreca l’ennesimo match point e dovrà aspettare l’esito dello spareggio Champion’s con l’Inter di domenica. Pari con scintille tra Atalanta e Milan nello spareggio per l’Europa League.

La Fiorentina annichilita dal Cagliari in casa dà addio alle speranze europee mentre i rossoblu ora sperano così come il Chievo e l’Udinese che vanno a vincere a Bologna e a Verona. Saluti finali con vittoria per il Toro che si prende i tre punti contro una Spal risucchiata nella zona pericolosa della classifica. Benevento vittorioso in casa contro il Genoa.

Alla fine la Juve si prende quello che era già suo da tempo anche se, questa volta, ha dovuto sudare più del dovuto grazie ad un Napoli comunque mai domo e sempre lì ad un passo dai bianconeri.

A spuntarla è stata forse la maggiore abitudine dei bianconeri a gestire il peso e la responsabilità dei primi della classe. Dal prossimo anno per la Juve sarà obbligatorio riaprire la bacheca ai titoli europei perché dopo nove finali sperperate nella sua storia e solo due coppe alzate al cielo c’è finalmente bisogno di dare una svolta storica alla società di corso Galileo Ferraris. Quello sarà l’obbiettivo numero uno da raggiungere ad ogni costo anche se questo farà sì che l’eventuale ottavo scudetto diventi presto una chimera.

Il Napoli

dovrà andare incontro ad una rivoluzione quasi copernicana perché un ciclo si è concluso con poco o niente in mano se non appunto la convinzione di essere ormai arrivati ai livelli eccelsi del calcio italiano.

Livelli da cui la Lazio, a differenza dei cugini romanisti, è lontana ancora anni luce, vuoi per personalità, vuoi per inadeguatezza di una dirigenza sempre e solo pronta a risparmiare il centesimo ma mai a far fare quel salto di qualità che i tifosi attendono invano ormai da più di quindici anni.

La Lazio

doveva approfittare di un Inter presuntuosa ma al tempo stesso vulnerabile che è andata a perdere in casa contro un Sassuolo a cui va la medaglia della sportività e dell’onore. E invece ieri abbiamo assistito da parte dei biancocelesti ad una passeggiata di salute, poco più di una sgambata  come si si stesse giocando una partita estiva tra scapoli e ammogliati che per poco non si è trasformata pure in una disfatta.

La squadra laziale, lo abbiamo già detto più volte, è figlia di un mercato estivo fatto con il contagocce. La squadra è forte nei primi dodici giocatori, sugli altri, acquistati ai vari mercatini rionali dell’usato insicuro…, meglio sorvolare. E infatti quando i senatori, usurati da una stagione massacrante, hanno incominciato a segnare il passo sono stati, come era prevedibile, dolori.

Basta vedere i rendimenti dei vari Nani, Caicedo, Di Gennaro…i due assai presunti fuoriclasse portoghesi considerati al massimo riserve della Primavera, per non dimenticare il buon Marusic onestissimo pedalatore adatto a giocare magari anche bene in una squadra di bassa classifica, al Benevento o…al limite alla Salernitana.

La Lazio al di là della rosa titolare, comprensiva del Leiva tutto fare, diventa una squadra di medio basso cabotaggio con tanti saluti ai sogni di gloria. Vero signor Lotito?

Sul fronte Europa League

è ancora tutto da giocare con l’Atalanta e il Milan, ieri reduci da un pareggio spettacolare, su tutti per accomodarsi in qualche modo nel salottino dell’Europa tanto snobbata. Per quanto riguarda la Fiorentina e la Samp finito il discorso e arrivederci al prossimo anno.

Sul fronte retrocessione

adesso i maggiori indiziati per tornare in B insieme al Verona e al Benevento già retrocessi, sono la Spal e il Crotone mentre il Chievo e l’Udinese sembrano fuori per il rotto della cuffia. Il Cagliari è lì un punto sopra e si giocherà il tutto per tutto domenica quando a Cagliari approderà l’Atalanta dei combattenti di Gasperini.

Per il Toro vittorioso di misura contro la Spal un onorevole saluto di commiato dall’Olimpico del nord. Addio onorevole alla serie A per il Benevento che se avesse giocato anche nel girone d’andata come ha giocato in questi mesi finali a quest’ora forse sarebbe già salvo da settimane.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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