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FILE - This undated file image posted on a militant website on Tuesday, Jan. 14, 2014 shows fighters from the al-Qaida linked Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL) marching in Raqqa, Syria. Once a vibrant, mixed city considered a bastion of support for President Bashar Assad, the eastern city of Raqqa is now a shell of its former life, transformed by al-Qaida militants into the nucleus of the terror group's version of an Islamic caliphate they hope one day to establish in Syria and Iraq. In rare interviews with The Associated Press, residents and activists in Raqqa describe a city where fear prevails, music has been banned, Christians have to pay religious tax in return for protection and face-veiled women and pistol-wielding men in jihadi uniforms patrol the streets. (AP Photo/militant website, File)

L’attentato di Manchester

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di Piero Visani

E’ molto difficile impedire un suicidio, sia esso individuale o collettivo. E’ molto difficile impedire una decisione che rovini la nostra vita, e anche quella altrui, se una persona è convinta della bontà della sua scelta.
L’Europa vive una fase di definitiva fuoriuscita dalla storia, nel senso che presto – pochi decenni – non ci saranno più europei e questo continente sarà diventato qualche altra cosa. Ma non la convince neppure l’evidenza e, quando ciò accade, tutto diventa inutile. Il cittadino europeo medio è convinto di vivere nel migliore dei mondi possibili, con la migliore classe dirigente possibile, con le politiche più avvedute possibili. Come sempre, se una morte viene somministrata a piccole dosi, non sarà mai percepita come una morte violenta. Si preferisce la conservazione in quanto essa non è un salto nel buio.

Verissimo, nel buio più totale siamo giù immersi da anni, se non da decenni. Dunque per quale ragione dovremmo saltare nel buio, visto che ci siamo già?
Le vite collettive, le vite dei popoli, sono spesso assai simili alle esistenze individuali. Se qualcuno decide che “i domani che cantano” sono di gran lunga preferibili alle piacevolezze dell’esistenza quotidiana e, in nome di questi “domani”, preferisce buttare via le poche gioie dell’oggi, si può fare poco per tentare di persuaderlo che la sua è una decisione folle. Occorre lasciargliela prendere, che altro si può fare? Siamo di fronte a un suicidio di massa, a un suicidio politico di massa. Il presidente degli Stati Uniti firma accordi con l’Arabia Saudita e quest’ultima prosegue imperterrita nella sua politica di promozione del terrorismo internazionale.
Ovviamente, si cerca di farlo capire all’opinione pubblica, ma tutti sappiamo che non servirà a niente. Non serve mai a niente. Quando un continente entra in una fase di cupio dissolvi come questa, ritengo sia preferibile fargliela percorrere fino in fondo: se il problema principale dell’Europa non è il suo strangolamento economico da parte dell’Eurolager; se non lo è neppure la sua progressiva esposizione al terrorismo; se meno ancora lo è la sua eclissi demografica di fronte a popolazioni allogene sempre più prolifiche, beh, personalmente non ho risposte. Ditemelo voi cos’è…? Chi scrive è già morto da tempo e delle pseudo-vite altrui non può importargliene di meno. Tanto lui ha sempre torto e gli altri sempre ragione, come nelle più perfetta delle democrazie…

di Piero Visani

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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