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In Italia l’educazione è morta: due video a supporto

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E’ morta la scuola,

è morto il ruolo dell’educatore, soverchiato dalle nuove tecnologie, che infarciscono di nozionismo la civiltà del tutto e subito. La società del click anziché delle ore chini sui libri. E’ morta laddove le uniche forme di complicità coi giovani sono improntate alla volgarità e non al passaggio di cultura e passione per le materie.

In questo aberrante contesto d’oggi due episodi recenti abbiamo di seguito deciso di riportare per conferire un’idea di ciò a cui ci si riferisce. Da un lato un ragazzino che intimidisce un professore strappandogli il registro e urlandogli di non farlo incazzare e di mettergli il Sei, quella manna politica che ormai difficilmente si nega a qualcuno, ma anche “lei non ha capito chi comanda”, “si inginocchi”, “coglione”.  Dall’altro un pullman di ragazzini urlanti oscenità aizzati dagli stessi mister, in un contesto opposto di complicità con i ragazzini, più giovani.

Il professore è ormai un inutile rappresentate di un’istituzione, la scuola, sfiduciata e risibile, che per stare al passo con l’Europa dei test a crocette dimentica la poesia e le varie interpretazioni e sfaccettature di Ariosto, Dante, Petrarca, ma anche la discussione filosofica.

L’allenatore, visto dai più giovani come un esempio e come un modello da seguire, che fa loro sputare sangue sul campo da gioco, in piscina o in montagna, per fare l’antagonista dell’insegnante e non essere inviso alla gioventù, cala tutti gli assi di un’impossibile ed immatura complicità completa, come se tutti e tutto fossero sullo stesso piano. Passa il messaggio che le gerarchie ed il rispetto possano essere bypassati in nome di chissà quale moderno e goliardico concetto dello stare insieme. Diseducando e addirittura insegnando grettezze e volgarità che non sarebbero giustificabili nemmeno in un consesso di soli adulti.

Ecco dunque i due estratti della recente gioventù italiana.

Un bullo umilia un professore a Lucca:

Un pullman di ragazzini, plagiati dall’inettitudine del mister, che intona “noi vogliamo la f*** a volontà“.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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