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Banca d’Italia: Storia di una truffa ai danni dello Stato italiano

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Colui che più di tutti volle aderire al Trattato di Maastricht
Perché il Giappone naviga nell’oro con un rapporto debito/PIL del 236% ( dati di gennaio 2013), mentre l’Italia zoppica ed è prossima al crollo con un rapporto debito/PIL solo del 120%?

Una situazione così grottesca e paradossale è la conseguenza nuda e cruda di alcune scelte politiche scellerate fatte in Italia negli ultimi venticinque anni. Colpa di Berlusconi? Assolutamente no, ciò che ci è stato raccontato dal mondo politico attraverso il fazioso filtro mediatico è stata una “palla” di dimensioni intergalatticche. Il mondo dell’informazione ha infatti creato la base del proprio audience sulle vicende giudiziarie di Berlusconi, facendo così in modo che l’altra parte politica potesse operare a man bassa nell’operazione più disastrosa della storia dell’Italia unita ( peggio di Caporetto). 
Per comprendere questa dissennata operazione è necessario chiarire un punto preliminare: in quarant’anni di governo la Dc, pensando unicamente al proprio tornaconto liquido e di poltrona, si è completamente asservita ai potentati extra nazionali ( Stati Uniti, NATO e la nascente Ue) senza possibilità di uscita. Sulle ceneri di queste idiozie politiche si sono inseriti al meglio i protagonisti silenziosi della politica italiana degli anni ’90. 
Il primo di questi è stato Guido Carli, Ministro del Tesoro del sesto e settimo governo Andreotti fino al 1992; nonostante il mandato in scadenza l'”eminenza economica” è riuscita ad attuare la prima delle becere riforme del sistema bancario italiano: la n. 82 del 7 febbraio 1992 sancisce l’indipendenza da parte del Governatore della Banca d’Italia nel decidere il tasso di sconto rispetto al Ministro del Tesoro. Questa è stata la prima gomitata inflitta allo Stato dall’area bancaria, gomitata che si trasformerà presto in spintone e sgambetto finale.
 Il secondo tragico passo avvenne il 10 marzo 1998, al governo non c’era Berlusconi ma D’Alema, giorno in cui la Banca d’Italia viene ufficialmente separata dal governo per aderire al Sistema europeo delle banche centrali
Il terzo ed ultimo passo si è concretizzato poi il 12 dicembre del 2006, al governo non c’era Berlusconi ma Prodi, quando è stata eliminata la norma che prevedeva la presenza dello Stato come garante presso la Banca d’Italia
Con tre semplici mosse la sinistra italiana ha fatto scacco matto alla NOSTRA sovranità. Per colpa di queste scelte più o meno consapevoli oggi la nostra Banca centrale non ha il potere di stampare moneta e di conseguenza non può assurgere al ruolo di prestatore di ultima istanza, ruolo necessario per la garanzia sul debito pubblico, come avviene con la Banca centrale del Giappone. 
Dunque continuate pure a storcere il naso su Berlusconi, è proprio ciò che i potentati e i loro servi mediatici desiderano!
di Gabriele Tebaldi
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Di Redazione Elzeviro.eu

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