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La discriminazione inversa colpisce ancora

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Il degrado morale e culturale della nostra società non conosce né soste né ferie e l? impressione che l? Italia sia una Repubblica fondata sull? ipocrisia, piuttosto che sul lavoro, pare ormai una sentenza inappellabile. Il moralismo borghese da strapazzo continua, impunemente e nel silenzio generale, nei lavori di edificazione di quel tunnel del declino, dal quale, suppongo, non sarà più possibile vedere un minimo raggio di speranza.
L?ennesimo goffo attentato di matrice benpensante è stato messo in atto all’interno di una scuola materna romana, programmando i preparativi per la celebrazione dellafesta del papà. Gli insegnanti, mossi da uno smisurato sentimento di compassione verso il figlio di una coppia di donne omosessuali, hanno deciso, dopo aver ascoltato l? autorevole parere della psicologa scolastica, di eliminare i festeggiamenti per questa ricorrenza e virare su una non ben definita festa della famiglia; un patetico ibrido che ha il sapore di una medaglia di consolazione.
Ad essere sincero non sono mai stato un fiero sostenitore di queste festività (che siano per mamma, papà, nonni, gatti o elfi domestici), a causa della natura prettamente consumistica che tendono ad assumere nel contesto di questo periodo storico, ma il fatto che nell?intimità della famiglia possano rappresentare un?occasione speciale è fuor di dubbio.
Purtroppo il gesto dei nostri eroici educatori non è altro che la più esemplare rappresentazione di una delle più perverse attitudini della nostra maleodorante società: la discriminazione inversa. Si tratta di un comportamento molto in voga all’interno della classe benpensante, la quale, vedendo ovunque disparità e soprusi, si sente in dovere di riequilibrare la situazione vomitando sui diritti e sulle consuetudini della maggioranza. Un atteggiamento classista ed aristocratico che, di fatto, porta il presunto discriminato a tramutarsi in privilegiato, alla faccia della massa.
Nel caso specifico, il comportamento non risulta incomprensibile per il contrasto con una tradizione consolidata, bensì per l?ottusa e volontaria noncuranza di situazioni perfettamente naturali (non in senso religioso o etico, ma biologico). La festa del papà, vorrebbe essere l? occasione per ricordare e celebrare una figura che, per forza di cose, è requisito essenziale dell?esistenza umana. I figli appartenenti a famiglie convenzionali, gli orfani e persino i figli adottivi di coppie omosessuali hanno (o hanno avuto) un padre ed una madre. E non per un’assurda posizione conservatrice, ma per quell?iter obbligatorio di fecondazione dell? ovulo da parte del seme maschile, senza il quale la vita umana non potrebbe esistere. 
Dove sussiste dunque la mancanza di rispetto nella celebrazione di questa festività? Anzi, se per un bambino orfano potrebbe essere l? occasione ideale per il ricordo di una figura della quale è stato tragicamente privato anzitempo, diversamente nel caso del fanciullo della scuola materna in questione, potrebbe essere un’ opportunità per riflettere. Per riflettere sul fatto che, una volta diventato padre, non vorrebbe vedersi privato della possibilità di essere festeggiato a causa di insulse crociate moraliste.
Klement

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Di Redazione Elzeviro.eu

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