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Scalfari, non hai capito nulla

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L’editorialista più famoso di Repubblica è ancora livido per la vittoria di Trump e cerca conforto nel Pontefice. 
Ha detto giustamente oggi Paolo Mieli ospite ad Agorà “Io faccio parte dell’elités e devo analizzare i miei errori“. Paolo Barnard, in uno dei suoi interventi su Youtube, ha detto che la “sinistra intellettuale ed educated” ha abbandonato il “popolo bifolco” da più di 15 anni a questa parte. La vittoria di Trump è dunque “giustizia storica” che ineluttabilmente colpisce chi si macchia di colpe macroscopiche.

Veramente si pensava che i vari Severgnini, Cacciari, Gramellini e Fazio potessero rappresentare le istanze di una popolazione martoriata dalla crisi economica? Intellettuali autoproclamati, che passano il tempo a dar sfoggio della loro “non manifesta” superiorità culturale? Squadra che perde si dovrebbe cambiare.

Anche Eugenio Scalfari fa parte di questo squadrone di sobrietà.

In un editoriale uscito oggi su Repubblica Scalfari si ostina a dire che “Trump non ha alcun carisma e alcuna competenza politica“, “quanto a noi europei e italiani la vittoria di Trump è catstrofica“. La ragione di questa catastrofe sarebbe che la vittoria netta del tycoon rafforzerebbe i movimenti anti-establishment in Europa. Invero Scalfari non affronta temi legati alla geopolitica e all’economia internazionale del dopo Obama che più ci interesserebbe sapere.

Scalfari rimpiange dunque la competenza politica di Hillary Clinton.

La stessa competenza che portò la moglie dell’ex Presidente Bill ad applaudire alle sanzioni ONU contro l’Iraq che causarono la morte di “5.000 bambini al mese” (rapporto UNDP), mezzo milione in tutto. Una competenza politica dimostrata durante l’incarico da senatrice del Congresso americano, quando sostenne apertamente l’intervento armato contro l’Afghanistan e contro l’Iraq. Oggi sia in Iraq che in Afghanistan c’è l’Isis.

Quanta competenza dott. Scalfari.

Non sappiamo cosa spinga Scalfari ad effettuare analisi così povere di contenuti e così lontane dalla realtà. Il suo mondo ha perso. Il connubio elitès/sinistra stride fortissimo, non si può sentire. È un binomio che rinnega tutto quello che è stata la sinistra, le sue origini e i suoi padri fondatori.

Scalfari non trovando risposte nella politica, cerca conforto nel Papa. “Cosa pensa di Donald Trump?“, chiede Scalfari al Pontefice, cercando rassicurazioni, vuole sentire previsioni apocalittiche. Papa Francesco svia, non può dare giudizi sul futuro padrone del mondo.

Poi finalmente Scalfari trova il punto debole del Papa che può ridargli gioia. Ecco che iniziano a parlare di “abbattere muri e costruire ponti”. Inizia il tripudio della retorica e così anche Scalfari può festeggiare dopo giornate così dolorose. Peccato però che tra i muri da abbattere sia Scalfari che il Pontefice dimentichino di citare l’odioso muro che separa Gerusalemme dalla Cisgiordania.

Una barriera di 700 km che dal 2002 viola il diritto internazionale (sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 2004). Nel 2005 un rapporto ONU così descriveva l’orribile muro israeliano: “È difficile esagerare l’impatto umanitario della Barriera. Il percorso dentro la Cisgiordania separa comunità, l’accesso delle persone ai servizi, mezzi di sostentamento e servizi religiosi e culturali. In più, i piani per il percorso esatto della barriera e i punti di attraversamento attraverso di essa spesso non sono completamente rivelati fino a pochi giorni prima che cominci la costruzione. Questo ha portato a considerevole ansia fra i Palestinesi riguardo a come le loro vite future saranno influenzate… Il territorio tra la Barriera e la Linea Verde costituisce parte di quelli più fertili della Cisgiordania. È attualmente la dimora di 49 400 Palestinesi della Cisgiordania che vivono in trentotto villaggi e cittadine“.

Scalfari dov’eri quando veniva costruito questo muro?

Non sappiamo se Scalfari e il Pontefice siano state vittime entrambe di un’amnesia prolungata che abbia cancellato dalla loro memoria il peggiore Muro che la storia contemporanea ricordi dopo quello di Berlino. Oppure lo sanno, ma per varie ragioni non ne parlano.

È proprio questo il mondo che ha fallito, che ha perso legittimità di fronte ad una popolazione ormai informata. Scalfari è un esponente di spicco di quegli intellettuali soliti usare due pesi due misure.

Scalfari parla più volentieri delle censure adoperate nella Russia di Putin, piuttosto che dei civili libici uccisi dalle bombe NATO.

Scalfari preferisce parlare del pericolo potenziale dei populismi, piuttosto che raccontare come l’euro abbia ridotto l’Italia a “Paese del Terzo mondo“, parole del premio Nobel all’economia Paul Krugman.

Basta leggerne gli editoriali per comprendere come la morte cerebrale ormai attanagli questa classe che si vuole elitaria.

Scalfari ricordati che ogni volta in cui dici “Trump è una catastrofe”, Trump raddoppia i suoi consensi. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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