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La sinistra ricca sputa sui proletari di Gorino

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L’episodio avvenuto a Gorino lo scorso 24 ottobre ha messo a nudo il declino ideologico della sinistra italiana.

Essa ha deciso di voltare le spalle ai suoi padri fondatori, quali Marx, Gramsci e Turati e di tradire la classe sociale che si era promessa di tutelare, ovvero i proletari, gli sfruttati, le vittime del sistema capitalista in generale. La rivolta della frazione di Gorino, minuscolo paesino del ferrarese sull’Adriatico, non è stata una ribellione contro le 12 donne e i rispettivi bambini arrivati in Italia come rifugiati. La rivolta dei pescatori di Gorino è prima di tutto un urlo di guerra contro il sistema capitalista mondiale.

Abbattimento delle frontiere, distruzione delle culture e riduzione di ogni aspetto del vivere quotidiano ad economia. Questi sono i tre pilastri del grande libero mercato che ha ormai abbracciato tutto il globo terrestre. Sono questi i tre assiomi che da una parte costringono 12 donne con tanto di figli ad allontanarsi forzatamente dalla loro terra natia, e sono sempre questi tre pilastri che hanno schiacciato l’economia ittica dei pescatori di Gorino.

Ora gli stessi non vogliono rovinare ulteriormente l’equilibrio già spezzato dalle immani forze del libero mercato.

Marx, Gramsci, Turati e molti altri intellettuali socialisti e comunisti teorizzarono già più di un secolo fa la necessità di proteggere i proletari, di renderli un corpo politico unico e cosciente dei propri diritti. Così i proletari di Gorino sono vittime del libero mercato tanto quanto i rifugiati. La sinistra italiana, tradendo elettorato e scuola di pensiero, ha deciso invece di dividere i poveri e di sputare odio contro i proletari di Gorino.

In un editoriale del 26/10/2016 il direttore di Repubblica Ezio Mauro ha deciso di abbandonare i proletari di Gorino definendo l’episodio come “La solitudine dell’indigeno italiano” e “impoverimento morale” della popolazione italiana più povera.

L’Huffington Post ha fatto di peggio, Deborah Dirani (che tiene a sottolineare di essere donna prima che giornalista, fors’anche prima di essere professionista?) così sputa sui proletari di Gorino: “Che certo: gli italiani hanno fame ma i soldi per i piumini più cool della stagione riescono sempre a metterli insieme. Cosa ridete? Mi chiedo io. Cosa sorridete soddisfatti di quella che considerate una vittoria del vostro diritto ma che in realtà è una delle sconfitte più rivoltanti di cui la storia porterà traccia. Perché certo quei 19 poveracci scappati da chissà dove non verranno a mischiarsi con voi, li hanno spediti (come pacchi postali mal recapitati) a un nuovo indirizzo. E voi potete starvene tranquilli in mezzo alla vostra nebbia, con le vostre cozze, con quell’umidità che ammuffisce le vostre case. Potete restarvene lì: 600 italiani dei quali, da italiana, mi vergogno“.

Cara donna Deborah non ci sono piumini cool tra i pescatori di Gorino dilaniati dalla crisi finanziaria, che vivono in case “ammuffite”, non degne evidentemente del tuo palato fino di donna, prima che professionista. Nell’articolo di Donna Deborah non vi è traccia alcuna di un’analisi approfondita riguardo a macrotematiche economiche che hanno distrutto e stanno distruggendo la vita quotidiana di tutti i proletari d’Europa, compresi quelli di Gorino.

In effetti Donna Deborah, con tutta la redazione dell’Huffington Post, ha tenacemente difeso gli interessi dell’agiatissima classe londinese speculante nella City di Londra contro il volere popolare espresso nel Referendum dello scorso giugno. Donna Deborah e i suoi “compagni” hanno dunque scelto da che parte stare nella guerra tra poveri: stanno con i ricchi.

Questo è però un problema ancestrale della sinistra italiana, che, eccetto i suoi nobili padri fondatori, ha sempre dovuto rispondere a un padrone esterno. Fino al 1989 il PCI ha risposto scolasticamente alle direttive del Cremlino. Caduta l’URSS si è sfaldato anche il PCI e i suoi rappresentanti politici insieme agli intelletuali di supporto hanno scelto la sinistra europea, quella che comanda senza mandato popolare nella Commissione europea nonché nei principali istituti bancari e di credito del Vecchio Continente.

La sinistra italiana risponde agli ordini della grande finanza europea e internazionale. La sinistra italiana abbraccia l’austerity e le conseguenti privatizzazioni selvagge, schifa gli esiti di Referenda legittimi e supporta la candidatura di Hillary Clinton, la cui corsa è finanziata quasi per intero dai piani alti di Wall Street (la restante parte è contributo dell’Arabia Saudita).

Da Gramsci a Donna Deborah, in due parole il tracollo morale e ideologico della sinistra italiana.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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