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Cara morale buonista e benpensante, ti scrivo…

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1. Come si fa ad essere tolleranti verso le altre culture quando si perde la propria?
2. Come si fa ad aprirsi al laicismo se tolleriamo delle disuguaglianze contro noi stessi ed a favore degli ultimi arrivati?
3. Come si fa a non discriminare quando la vera discriminazione è quella che operiamo verso i nostri cittadini, anche tollerando forme statuali arroganti e spesso vessatorie?

Sono grandi temi, che toccano i più importanti problemi della società e della politica estera e interna. Il primo quesito va dall’immigrazione, alla cittadinanza, alla cultura, all’insegnamento nelle scuole, alla formazione dei giovani. La seconda domanda inerisce invece il non superficiale (per le altre culture) problema della religione, che influenza la vita di miliardi di persone dall’alba al momento di coricarsi, e che giungendo sui nostri lidi agnostici seguitano a regolare la vita cadenzandola con preghiere e prostrazioni alla divinità, con scorno e fastidio da parte di molti di noi. Il quesito inerisce pure la nostra forma statuale, laica sì, ma che considera il papa persona Sacra ed inviolabile, e che tollera nel territorio della sua capitale un microstato, per antico favore fatto ai preti. Tutti si stupiscono dello Stato islamico, eppure anche il Vaticano è una monarchia assoluta basata sulla teocrazia, e storicamente è messa peggio, come persecuzioni e conversioni forzate, di qualsiasi altra religione. Tu, che incrini il sopracciglio leggendo quest’ultima riga: smentiscimi! 

La discriminazione è un’arma di difesa, l’ultima che resta in una società che discriminina gli stessi cittadini, accogliendo i disperati degli altri paese e fornendo loro delle garanzie che nemmeno i propri cittadini probi e onesti, ma sfortunati, possono vantare. Hotel e mense, insomma, non dovrebbero essere forniti ai migranti, dicesi immigrati, finché ogni indigente cittadino italiano non abbia avuto prima lo stesso trattamento. Anzi, uno migliore, altrimenti a cosa serve lo Stato? Fondiamo una nazione in ogni comunità e autogestiamoci, se lo Stato non tutela il cittadino primariamente. Tutto il resto è un bellissimo surplus, che ci potrà essere solo quando il cittadino avrà ottenuto un trattamento degno e dignitoso e sì, discriminatorio rispetto a un non cittadino. Questo è Stato, questo è il significato dei confini e della lingua. Perché il mondo ha dei confini e far finta di non vederli in nome della dittatura del capitale è darsi la zappa sui piedi. Scriveva oggi il filosofo Fusaro: Un telegrafico commento sulla vicenda della soppressione della celebrazione del Natale in alcune scuole in quanto “offensivo” verso le altre culture. Il mondialismo del mercato finge di voler valorizzare le culture chiedendo a ciascun popolo di rinunciare alla propria per aprirsi alle altre; e, così, ottiene l’inconfessabile obiettivo dell’annullamento delle culture in quanto tali, sostituite dal vuoto nichilistico della sottocultura del consumo. Il capitale mira alla desimbolizzazione integrale, al laicismo assoluto: di modo che resti uno spazio vuoto senza alto né basso, senza bene né male, senza alcun limite simbolico e valoriale all’estensione onnilaterale e all’allargamento nichilistico della forma merce. In verità, si possono rispettare le altre culture solo avendone una propria. Ma è appunto ciò che il fanatismo economico non vuole: esso finge di volere il rispetto delle culture, in realtà persegue il sogno della loro sparizione.

Tutti questi temi, sembra arduo, hanno un filo conduttore che è d’acciaio: il tentativo di pochi, che si ritengono depositari e diffusori della cultura e della morale benpensante, di rendere il mondo un posto unico, con una sola lingua, un unico pensiero. Un luogo in cui il bene, non importa se davvero tale, sia universalmente riconosciuto e celebrato. Il farsi soggiogare da questi pochi aristocratici del nulla equivale al perdere identità, annacquare il sangue nelle vene, sperperare tradizioni plurimillenarie, affogare nella melma del capitalismo e del qualunquismo travestito da buonismo.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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