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Dedicare la Festa dell’Unità a De Gasperi. Revisionismi faciloni?

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“Se De Gasperi è stato il vero costruttore della Repubblica, come sostiene Eugenio Scalfari, sarebbe bello che la Festa dell’Unità fosse a lui dedicata. A 60 anni dalla morte occorre rendere onore a De Gasperi e facendo questo il Pd aiuterebbe il Pse a capire una grande lezione di europeismo”. La proposta è di Giuseppe Fioroni, l’unico centrista Pd ad aver espresso dissenso all’ingresso nella famiglia socialista europea, con tanto di solitario voto contrario alla Direzione Nazionale del 27 febbraio scorso.
Il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini apre – con qualche maanchismo veltroniano – alla proposta. “Ritengo condivisibile – ha prontamente dichiarato alle agenzie – la sollecitazione fatta da Giuseppe Fioroni per ricordare la figura di De Gasperi nel 60° della scomparsa. Per questo stiamo organizzando, nell’ambito della festa nazionale del Pd, un momento di approfondimento dell’eredità politica dello statista, con particolare riferimento alla sua dimensione europea. Tema di grande attualità e rilevanza in questa fase storica”.
Sentito da “Il Garantista”, anche l’esponente della minoranza Stefano Fassina tende a non “strappare”, dicendosi d’accordo con quella che “mi pare una bellissima idea anche se incompleta. Visto che è il cinquantenario della morte di Togliatti allora dedichiamola anche a lui la festa dell’Unità. Togliatti e De Gasperi sono due padri della repubblica, protagonisti della scrittura della costituzione”.

Il Partito Democratico, all’osservatore esterno, sembra ormai incamminato sulla strada post-identitaria (post-politica?) che il suo leader Renzi auspica. Anche a costo di assommare, in sincretismi poco sostenibili, un pantheon dall’estensione troppo vasta. Con la pretesa di essere “Partito della Nazione” costruisce una narrazione che la prometeica ambizione di superare la dimensione storica.
Manca il realismo di Massimo D’Alema. “Il progetto del Pd – affermava l’ex presidente nel Consiglio nel dicembre 2008 – si è appannato per ragioni più complesse del correntismo. Noi siamo un’amalgama mal riuscita”.

Il Pd renziano sembra, in forza della sua “liquidità”, proporsi di fare un minestrone indistinto. Mettendo insieme pure De Gasperi e Togliatti, come a massimizzare i brand. D’altronde, si riesce a fare una Festa dell’Unità ad Unità chiusa….
Non scandalizza in sé il tentativo di “pacificazione della memoria”; piuttosto la faciloneria con cui si tenta, un po’ per segnare scampoli d’identità (Fioroni, Fassina) ma soprattutto per il suo contrario (il correntone doroteo renziano), di riscrivere la storia.
 

Marco Margrita
@mc_margrita

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Di Redazione Elzeviro.eu

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