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Due pesi, due misure

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PALERMO – Avrete sicuramente letto visto e ascoltato notiziari in cui si parlava della fuga dai permessi premio di due noti pregiudicati, tristemente famosi per le loro performance a base di omicidi.

A costoro il Magistrato di sorveglianza, aveva concesso permessi premi per buona condotta.

Ebbene sappiamo tutti quale è stato l?epilogo delle due vicende; vicende che certamente lasceranno un segno, non tanto nei due loschi individui, tanto nelle persone che hanno consentito (sebbene involontariamente) la loro fuga.

Non vi voglio tediare ulteriormente con quello che tutti sapete; volevo riflettere su una notizia passata in secondo ordine.

Salvatore Cuffaro ex Governatore della Sicilia, è agli arresti a Rebibbia, sta scontando una condanna a sette anni per favoreggiamento alla mafia.

Ebbene questa possibilità gli è stata negata dal magistrato di sorveglianza. Cuffaro aveva fatto richiesta di finire di scontare la pena presso una struttura per i servizi socio sanitari che opera a favore dei non vedenti.

Al di là della sentenza giudiziaria che lo ha portato dietro le sbarre, al di là del rispetto per la legge e le sue sentenze; non riesco a comprendere come a una persona come Cuffaro, medico e sicuramente non assassino, possa essere negata l?opportunità di finire di scontare la pena in una struttura per i servizi sociali.

Cuffaro per bocca del suo avvocato fa sapere che:

“Avevo coltivato la speranza di poter continuare a scontare la mia pena in affidamento al servizio del più bisognosi, di quelli che come me cercano e hanno bisogno di speranza. I giudici del Tribunale di Sorveglianza hanno deciso che io debba rimanere in carcere per il resto della pena. Non sono ancora rieducato e risocializzato.

Come sempre e com’è giusto e doveroso accetto e rispetto la sentenza. Vivrò ancora il mio carcere con tutte le sue privazioni, con sofferenza, con fatica ma sempre con fiducia e speranza. Luogo difficile, pesante, pieno di miseria ma anche ricco di umanità, solidarietà e di nuovi amici.

E’ la famiglia – spiega Cuffaro – che mi manca, il calore delle tante persone che ho lasciato e che mi vogliono bene. Riesco qua dentro a donare abbracci e sorrisi, a riceverne. Mi manca poter vedere il cielo tutto intero, mi manca l’orizzonte che mi è impedito, mi manca il respiro lungo della vita, mi manca lavorare per la mia terra”.

“La vita – conclude l’ex presidente della Regione ? va accettata così com’è, la ricompensa che essa ci dà è vivere, per poter continuare a credere, amare, sperare”.

Ebbene, anche io spero in una giustizia giusta, equa e certa.

Giuseppe Morello

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Di Redazione Elzeviro.eu

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