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Made in Italy: Silvio come gli spaghetti

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Si leggono nella prima pagina de Il Giornale parole come: maniaco sessuale, insaziabile, inarrestabile.

A chi sono riferite queste parole? Ad una star di Hollywood? A qualche porno-attore?

Oppure Il Giornale ha finalmente deciso, incoraggiato da Alfi-Alfi, il mitico Angelino Alfano per intenderci, di togliersi il guinzaglio, appendere la museruola al chiodo e smetterla di perorare la causa (una delle, sarebbe più corretto dire) del nostro Silvio Berlusconi?

Niente di tutto questo. Queste parole sono dedicate a John Fitzgerald Kennedy e alle “rivelazioni choc” emerse dalle nuove postille di Sarah Bradford alla biografia su Jacqueline Kennedy, pubblicate sul Daily Mail.

Così dopo 50 anni dalla sua morte, emergono dagli archivi i vizi di Jfk, che come tutti gli uomini, sopratutto quelli potenti, ha avuto delle debolezze, meschinità e nevrosi. Ma noi italiani queste parole certo non le associamo a John Kennedy, ma a qualche altro signore che anche per noi è stato un Presidente, ma del Consiglio e che si definì impropriamente, Capo del Governo.

“Alle feste della Casa Bianca ballava con tante ragazze diverse, per cinque minuti ciascuna. Poi sparivano assieme al piano di sopra e tornavano dopo venti minuti, altre volte aspettava la preda direttamente nella piscina, facendola arrivare dentro il bagagliaio di una macchina fidata”.

Difficile non cogliere alcune analogie con l’icona di casa nostra Silvio Berlusconi; analogie così nette da far pubblicare al sito Tmz nel 2009, una foto di un giovane Kennedy su uno yacht, attorniato da belle ragazze.

Peccato che fu una svista: quello della foto non era John Kennedy. Ma alcuni restando fedeli alla prima notizia fasulla (Libero, L’Occidentale, Il Foglio e ovviamente Il Giornale), commentando con frasi come “altroché l’harem di Silvio”.

Ma se i due uomini condividono molti aspetti l’uno dell’altro, non può dirsi lo stesso delle donne che furono le loro compagne ufficiali.

Una fascinosa e rispettosa Jacqueline di contro ad una sardonica ed emancipata Veronica.

A voi la scelta.

Di tutto ciò resta soltanto il dolore che Sarah Bradford con queste rivelazioni ci ha inflitto, portandoci via un prodotto che erroneamente pensavamo fosse “made in Italy”.

Scopriamo ancora una volta di non essere portatori di alcuna novità, ma di averla solo riprodotta (anche male per giunta).

C’è da dire che noi almeno in questo abbiamo anticipato gli americani: non ci abbiamo messo 50 anni per conoscere i bunga-bunga di Silvio. 

Di non essere genitori dello spaghetto, ideato invece dai giapponesi, già lo abbiamo scoperto e superato, ma questo riusciremo a tollerarlo?

La nostra identità è compromessa. Di qui a poco finirà che gli altri Paesi non ci riconosceranno più, ma forse resterà solo una speranza.

Allegra Romana

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Di Redazione Elzeviro.eu

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