Home / Altre rubriche / Bagattelle / Non abituiamoci alla tragedia, non limitiamoci all’ideologia. Note a margine del naufragio a Lampedusa

Non abituiamoci alla tragedia, non limitiamoci all’ideologia. Note a margine del naufragio a Lampedusa

Condividi quest'articolo su -->
BAGATTELLE

Ieri, riferendosi al tragico naufragio (l?ennesimo, ma di una portata immensa) di Lampedusa, Papa Francesco ha usato una parola netta, chiara ed inequivocabile: vergogna. Una parola che non sopporta distinguo e giochetti ideologici (in qualche direzione ammicchino). A simili tragedie, che colpiscono nostri fratelli nell?umanità, non possiamo abituarci. Non c?è anestesia egoistica o buonista che possa lenire la ferita. Dobbiamo sentire la ferita e lo scandalo.

Lampedusa, l?Italia è la frontiera dell?Europa con una parte di mondo (il sud del Mediterraneo, ma anche il Medio Oriente e l?Africa) che preme non in virtù di un disegno d?invasione o in forza di un astratto diritto alla migrazione, ma perché lì tutto è guerra. Tante, troppe guerre sono dimenticate. Ci chiudiamo nella nostra “torre d?avorio”. Ancor peggio fa larga parte dell?Europa comunitaria che non vuole comprendere che questo è affare di tutti. In un momento in cui il pianeta è in preda a convulsioni che rischiano di non essere le doglie per la nascita di un mondo nuovo.Oggi, giustamente, è stato decretato il lutto nazionale. Chi si industria nella contabilità per dimostrare che non si ricordano abbastanza le vittime italiani è di una meschinità incommensurabile. Disdicevole, anche chi, a cadaveri caldi, già la buttava in polemica contro la Bossi-Fini. Una legge certo figlia di una visione non più pienamente aderente ai tempi che stiamo vivendo. Non si può appiccicare l?etichetta di clandestino a chi, profugo, ha tutto il diritto di chiedere asilo politico. A nulla, specularemente, servono utopiche dichiarazioni d?intenti sull?accoglienza a prescindere.Serve, su questa frontiera di umanità, l?impegno corale dell?Europa. Serve una politica capace di leggere la realtà e che non si avviti in esasperazioni tattiche.

Ha ragione da vendere Riccardo Cascioli quando scrive su “Tempi”: “Fino a quando non si affrontano questi nodi, la tragedia degli emigranti clandestini che muoiono in mare resterà materia di speculazione politica, di battaglia ideologica, di opportunità di carriera personale per gli esponenti degli opposti estremismi parolai: le Boldrini e i Grasso da una parte, i Pini e i Salvini dall?altra”.

Dalla vergogna deve nascere l?azione. Un?azione che si concentri non tanto su una migliore accoglienza (comunque necessaria) ma sull?individuare di volta in volta le politiche estere migliori per la stabilizzazione di questo o quel paese arabo o africano.Fare di più. Parlare di meno. Perché la vergogna non si ripeta.

Marco Margrita@mc_margrita

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

Normativa sul Green Pass: quando la certezza del diritto va a farsi benedire

E` caos tamponi e green pass: milioni di cittadini lasciati a sé stessi Da sempre …