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Genitore X, ministro X

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Chi scrive è impregnato di contraddizione: un povero ignorante, di certezze, poche. Di una cosa però, è certo. Senza cadere in facile retorica, sono certo dell’amore dei miei genitori, madre e padre, dai quali discendo biologicamente, caratterialmente, un po’ culturalmente e grazie ai quali respiro, cammino, penso ed in definitiva, sono. Dall’unione di un uomo e di una donna, che dall’alba dei tempi si chiamano padre e madre senza offendere nessuno, nasce un figlio, che deve essere determinato in base al sesso che la natura, o il buon dio, gli ha attribuito. Sesso x, in Germania e Australia, è possibile indicare al posto del sesso del neonato, che avrà facoltà di scelta nel corso della sua vita. Senza, badate bene, essere una creatura ermafrodita, unico caso in cui tale scelta potrebbe essere accettata. La “civiltà” è arrivata fino al punto di calpestare quando di più naturale esista, cioè la distinzione tra i sessi, che li attrae e dà adito alla conseguenza del perpetrarsi degli uomini. Una differenza ulteriore, ma già nettamente calpestata, è quella fra diverse etnie umane, nonché fra specie animali. Ibridazioni animali ed umane, in virtù di amore ed esperimenti sono state lungamente tentate e spesso effettuate. Forse alcune di esse hanno avuto successo, ma a che costo? Lo snaturarsi della storia, a favore del futuro più incerto. Abolire allora i termini Padre e Madre per far cortesia a qualcuno appare la scelta del mondialismo, che altro non è se non il comunismo dell’ultim’ora. Fare un bel pastone e non riconoscere niente per favorire l’ultimo, il diverso, compatendolo nel modo più assurdo: elevandolo cioè ad un’aura di onnipotenza, nemmeno più di uguaglianza ove l’uguaglianza non c’è. Ecco quello che vuole fare il ministro Kyenge. E’ per questa e molte altre sortite, di cui forse abbiamo esagerato a darvi contezza su questo foglio elettronico, che la ministra X viene odiata da una gran massa di italiani, guardata con sospetto da molti altri e stimata incondizionatamente, superficialmente o retoricamente da altri ancora.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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