Basterebbe osservare tutte le pubblicità relative a prodotti alcolici, costruite molto bene per invogliare il cliente a bere, con le conseguenze negative che comporta sia sul singolo soggetto, ma anche verso la comunità, nel momento in cui esso si ritrovasse alla guida in stato di ubriachezza. O ancore gli spot delle automobili che inneggiano spudoratamente alla velocità, quando il codice della strada non permette di superare i 50/70 km/h in città.
Dunque l’imposizione di regole di costume, che ricordano tempi bui in cui taluni politici vestivano le statue con indumenti intimi per coprire le nudità, risulta più una manovra elettoral/demagogica messa in atto sull’onda della commercializzazione mediatica di alcuni fenomeni tra cui il femminicidio. Il rispetto della donna, come di qualsiasi altro essere umano, deve essere connaturato alla civiltà stessa, le operazioni artificiose di martellamento mediatico servono solo ad alzare lo share.