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Scatta l’ora del terzo triumvirato

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COMMENTO AL CAMPIONATO

La Juve, l’Inter e la Lazio vincono la loro ennesima sfida e fanno il vuoto dietro di loro. Per lo scudetto sarà lotta a tre.

Il Toro corsaro vince all’Olimpico contro la Roma. L’Atalanta tiene il ritmo delle grandi e ne fa cinque al Parma.  Finisce pari il derby dell’Appennino tra Bologna e Fiorentina. Vittoria esterna del Verona che si stabilizza a metà classifica. Al Milan non basta il ritorno di Ibrahimovic e non va oltre lo zero a zero contro un’attenta Sampdoria. In ottica salvezza colpaccio dell’Udinese che va a vincere a Lecce. Il Genoa vince in casa con il Sassuolo e riprende a sperare.

Continua la corsa di testa delle prime tre della classe

La Juve grazie a Ronaldo torna a vincere e a convincere contro un Cagliari in chiara inversione di tendenza rispetto alla signora squadra che avevamo ammirato fino alla sfida contro la Lazio. Una vittoria facile facile quella bianconera contro una squadra che dopo un discreto primo tempo gli ha letteralmente steso il tappeto davanti. Facile vittoria pure per l’Inter contro i resti del Napoli che fu. Un Napoli che non solo risente del terremoto ambientale all’interno dello spogliatoio e tra spogliatoio e società, ma anche tremendamente l’assenza di Koulibaly, il metronomo della difesa: senza di lui là dietro si balla in mezzo alla bufera. All’Inter appena decente di questi tempi sono sufficienti un paio di acuti di Lukaku e uno di Lautaro Martinez negli ampi spazi e nelle altrettanto ampie amnesie della difesa azzurra per centrare un en plein che mancava da anni.

Bene ma con sofferenza la vittoria laziale in quel di Brescia. La squadra di Inzaghi junior ha dovuto inizialmente fare buon viso a cattivissimo gioco dopo essere andata giustamente in svantaggio grazie ad una rasoiata laterale di messer Balotelli, pronto ad approfittare dell’ennesima amnesia di Luiz Felipe in collaborazione con uno Strakosha sonnecchiante. Soltanto a quel punto la squadra biancoceleste ha incominciato a sentire il pepe nel fondo schiena e a muoversi come sa fare anche se mancavano a centro campo due imprescindibili come Leiva e Luis Alberto.

Alla fine, grazie anche al superlavoro del panterone Caicedo prima Ciruzzo nostro ha messo dentro di rigore e poi ha insaccato il pallone in rete con un tiro di quasi piattone a girare nei palpitanti momenti di quella che possiamo già definire “Zona Lazio“. La squadra romana è sempre terza ma quattro punti sulla Roma e cinque sull’Atalanta che potrebbero diventare rispettivamente sette e otto nel caso in cui nel recupero del 5 di febbraio i biancocelesti si imponessero in casa contro il Verona.

Rimane il fatto incontrovertibile

che la squadra rimane in scia alle prime due, a sei punti-tre che a questo punto del campionato sono un’inezia. Dietro, la Roma, distratta ancora dai botti di capodanno e dai panettoni mangiati, si fa “turlupinare” da un Toro accorto e ben messo sul campo che ha saputo sfruttare alla grande le occasioni che gli sono capitate grazie anche ad un  Belotti in forma mondiale. Belotti che ora ha un bel credito nei confronti del suo collega di Nazionale Ciro…chissà se si saranno sentiti al cell dopo la vittoria sui giallorossi.

L’Atalanta continua a macinare goal e gioco come se niente fosse. Questa volta a farne le spese il Parma dimesso che si è presentato all’Atleti d’Italia con il piglio della vittima sacrificale. Vedremo con il prosieguo della stagione quanto i nerazzurri di Bergamo sapranno dosare le energie in vista anche della ripresa di una Champion’s League mai così alla portata con un Valencia che potrebbe effettivamente spalancare alla squadra del buon Gasperini le porte dei quarti. Una cosa quasi da fantascienza a pensarci bene ma fino ad ora ampiamente meritata.

Il Bologna riesce a spegnere il nuovo entusiasmo

della Fiorentina targata Iachini. Bene il Verona che continua sulla strada di una serena permanenza nella massima serie: con la vittoria a Ferrara si rimane non solo in A ma si incomincia a far parte pure del mondo tranquillo del centro classifica a pari punti, udite udite, con il Milan. I rossoneri non traggono particolari vantaggi dall’atterraggio a San Siro di Ibrahimovic che non può essere, e forse non potrà esserlo neppure nei mesi a venire, determinante per cambiare i destini di un campionato mediocre. Sono ben altri i problemi di una squadra costruita e gestita senza un piano logico e con un minimo di prospettiva a medio-lungo termine.

Sul fronte pericolanti da registrare la vittoria esterna dell’Udinese a Lecce e quella interna del Genoa ai danni del Sassuolo, per i bianconeri una spintarella in zona tranquilla, per i grifoni la speranza di poter uscire prima o poi dalle sabbie mobili della red zone e poter magari riacciuffare i cugini che ne sono appena usciti.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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