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L’Italia si compatta contro…4 gatti.

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Il paese in subbuglio, giornali, televisioni e improvvisati santoni d’ogni tipo ne parlano. 

Non si tratta della tragedia politica in cui l’Italia versa, nemmeno del disastro finanziario in cui siamo stati condotti; il popolo si è unito contro quattro dementi, innocui e allo sbando. Il tam tam mediatico ha reso noto a tutti l’episodio: amichevole tra Milan e Pro patria; un gruppetto sparuto degli ultra’ di Busto Arsizio fischia e inveisce contro i giocatori di carnagione scura del Milan. Uno di questi, Boateng, scaglia il pallone contro il settore ospitante i quattro mentecatti, scatta la solita ammucchiata intorno all’arbitro e il Milan decide di ritirarsi dal campo. 
Nelle deliranti omelie di fine partite e’ stato anche invocato l’utilizzo della Legge Mancino (la quale punisce l’incitamento all’odio razziale). Lo stesso Seedorf, ex giocatore rossonero, ha dichiarato che il ritiro del Milan e’ stata una vittoria dell’armata brancaleone sugli spalti. Chi mastica calcio e’ conscio della quantità di offese, sfottò e insulti, il più delle volte pesanti, rivolti ai calciatori in campo, tuttavia la professionalità di chi è pagato per calcare il prato sta nel sapere sopportare le ingiurie e anzi rispondere con la bravura tecnica. 
Boateng non ce l’ha fatta e con lui tutto il Milan. In un recente passato giocatori del calibro di Weah, Kanu e Winter, erano stati accolti con “buu” dalle loro stesse tifoserie, ma a suon di buone prestazioni hanno zittito codesti ignoranti. Poca ipocrisia, dunque: fin dalla scuola calcio insegnano di tapparsi le orecchie rispetto a ciò che accade sugli spalti.

Gabriele Tebaldi

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Di Redazione Elzeviro.eu

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