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Il 10 aprile 1995 Re Andre Agassi sale sul tetto del mondo e vi rimane per 101 settimane. E’ il numero uno del tennis professionista.
Sono passati esattamente 21 anni da quel giorno memorabile in cui il mondo dello sport, i fans e la stampa osannavano il ragazzo di Las Vegas con i capelli lungi e mesciati.
Figlio di un ex-pugile iraniano, Andre cresce ossessionato dal tennis. A 7 anni suo padre profetizza “Sarai il numero 1” e nel frattempo lo sottopone a pesanti allenamenti.
A 14 anni Agassi entra alla “Bollettieri Academy” dove Nick, il padre-padrone, si accorge che Andre è un talento raro. E più cresce professionalmente, più il ragazzo odia il tennis. E più odia il tennis più vince.
Partecipa ai tornei juniores, vola ai quattro angoli del mondo, cade, si rialza, cade di nuovo. Incontra Gil, professore della University of Las Vegas, che si prende a cuore la sua preparazione atletica.
Chiunque di noi si ricorda i suoi spettacolari match con Pete Sampras, le comparsate a Wimbledon, dove vige il “total white dress code”, con indosso i celebri pantaloncini di jeans firmati NIKE e le magliette verde acido, i gestacci rivolti al pubblico, il tormentato matrimonio con la bellissima modella Brooke Shields.
Gli occhi sempre e solo puntati sulla pallina gialla e pelosa, la rabbia con cui trasforma ogni colpo in un punto, il celebre “dritto anomalo” entrato nella Bibbia del Tennis, un palmarès senza uguali: 60 titoli di cui 8 pesantissimi a forma di slam, un conto in banca di circa 31 milioni di dollari.
E poi, il tempo della pace. Il matrimonio con la collega Steffi Graf e i due figli, dal 09 luglio 2011 nella Hall of Fame del Tennis, un libro “Open” in cui si racconta.
Una vita vissuta in un campo da tennis rincorrendo un sogno divenuto realtà.
