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Italia Kaputt!

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L’Italia subisce un autentico cappotto dai tedeschi che ce ne rifilano quattro: una sconfitta che mortifica le nostre ambizioni ai prossimi Europei.

 

Ci eravamo illusi contro la Spagna involuta e lenta di questi tempi ma la Germania ci ha fatto tornare sulla terra ed è stato un atterraggio piuttosto brusco…quasi un precipitare. Dopo i primi minuti nei quali i nostri hanno cercato di rendere la vita difficile ai ragazzi di Low i bianchi sono saliti in cattedra e addio ai sogni di gloria. All’intervallo gli azzurri vanno negli spogliatoi già sotto di due goal e con la partita praticamente in archivio. Troppo facili le reti di Kroos liberato da una corta respinta della difesa e soprattutto quella di Gotze libero di indirizzare nella porta di Buffon nonostante fosse tra due difensori, nell’occasione fermi come gli omini del calcio balilla.

 

Nella ripresa l’Italia, invece di provare a risalire la corrente, va ancora di più a fondo grazie ad una rete frutto di un’azione tutta in velocità dei padroni di casa che ci infilano come tordi con Hector e poi ci mettono pure la ciliegina sulla torta grazie al rigore sacrosanto segnato da Ozil. La rete finale di El Shaarawy ci regala il classico golletto della bandiera che non serve a niente se non per quel minimo di dignità che ci resta dopo un tale rovescio. Qualcuno già trova la scusante nella stanchezza per il doppio impegno ravvicinato dimenticando però che anche i tedeschi hanno prima di noi affrontato l’Inghilterra e, rispetto a noi, almeno dal punto di vista fisico, non sono di certo marziani ma appartengono allo stesso…genere umano a cui apparteniamo noi.

 

A nostro giudizio, oltre comunque al gap tecnico esistente oggi tra il nostro calcio e il loro, gap che si è già visto nella gara di Champion’s tra la Juve e il Bayern, una tale disfatta, perché di tale si tratta, è dovuta anche al solito difetto congenito dei calciatori italiani che quando si tratta dell’impegno in Nazionale, soprattutto se amichevole, si impegnano al risparmio per non togliere energie preziose al torneo nazionale e…anche per non rischiare le gambe. Un impegno insomma che normalmente affrontiamo con il classico freno a mano tirato che in qualche modo finisce per caratterizzare in parte anche il discorso delle qualificazioni ritenute meno importanti degli impegni nella competizione nazionale. Un campionato che con la sua falsa importanza finisce anche per sovrastare gli impegni di coppa con i risultati impietosi che abbiamo visto ultimamente.

 

A questo atavico problema non ci sono soluzioni perché ormai da tempo la Nazionale non riveste più l’importanza che aveva nei decenni scorsi. Al primo posto ci sono gli interessi delle squadre di club mentre quelli della maglia azzurra arrivano dopo…molto dopo. L’unica soluzione sarebbe quella di formare una Nazionale di giocatori esclusivamente dediti a vestire la maglia azzurra con un sistema, per altro complicato, di impegni e calendari dedicati tutto l’anno all’impegno con l’Italia. Più facile a dirsi che a farsi perché non ci sarà mai nessun giocatore disposto a rinunciare a giocare con la casacca della propria squadra di club per dedicarsi anima e corpo soltanto alla maglia tinta di azzurro.

 

Con queste premesse abbastanza claudicanti ci apprestiamo a vivere gli ormai imminenti Europei sapendo che per quanto riguarda l’esito finale è inutile illudersi più di tanto. Europei che per noi sono diventati da decenni un’autentica maledizione. Le finali perse con la Francia e con la Spagna sono lì a dimostrare che quando, a differenza di oggi, avevamo le carte in regola, le abbiamo sempre giocate male…anzi malissimo…figuriamoci oggi che non abbiamo in mano neanche una coppia di dieci. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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