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L’Inter fa la festa al Frosinone e si riprende la testa

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COMMENTO AL CAMPIONATO

 

I nerazzurri sotterrano la squadra di Stellone e salgono da soli in cima alla montagna del campionato. Il Napoli continua la sua corsa mettendo in crisi Mandorlini e compagni. Il derby toscano tra i viola e l’Empoli finisce pari. Roma fermata dal Bologna e dal diluvio. La Juve riprende il cammino con un super Dybala contro un Milan inconcludente. Candreva salva la solita Lazio inguardabile dal quarto ko consecutivo: per i biancocelesti è crisi nera. Colpi esterni dei granata che vanno a vincere a casa dell’Atalanta e del Chievo che manda a fondo il Carpi. Risveglio del grifone che ridimensiona il Sassuolo. L’Udindese esce dalla sabbie mobili della retrocessione mettendo nei guai la nuova Samp di Montella.

 

Dopo l’immane tragedia di Parigi ci tocca riprendere il cammino: lo spettacolo della vita e dello sport che di questa ne è una componente importante, può e deve ricominciare come è giusto che sia. L’inno della Marsigliese suonato in tutti gli stadi, anche se fa parte dell’armamentario inutile e un po’ sopra le righe di certo ridondante buonismo formale, ci ha se non altro fatto ricordare che la vita deve comunque ricominciare e questo alla faccia di chi, in nome di un dio che non conosce, ci vuole male.

La tredicesima di campionato ci dice che per l’Inter questa potrebbe essere la stagione giusta con quel minimo di thrilling derivante dalla concorrenza spietata di altre tre pretendenti per nulla disposte a spianarle il tappetino. Si diceva che i nerazzurri erano incapaci di uscire dal clichè del solito codice binario ma questa volta contro un Frosinone che ha pure rischiato di andare in vantaggio per primo, la regola dell’uno è andata a farsi benedire. Quattro pere mature colte dall’albero della cuccagna la dicono tutta sul divario esistente tra la prima della classe e la terzultima. L’Inter ora è di nuovo sola al comando e lo deve in parte alla vena organizzativa del Mancio approdato alla corte di Thohir non per caso né come una meteora.

All’Inter risponde il solito Napoli stra-sarriano che con una doppietta del duo di piadena Insigne-Higuain…guai se non ci fossero loro due con l’aggiunta di Callejon e magari di un pizzico di Mertens ieri assente: la caccia a ottobre nerazzurro è aperta. Come è aperta a Firenze nonostante la mezza frenata contro i “dispettosi” vicini di casa dell’Empoli capaci di spaventare gli illustri cugini con un primo tempo finito in doppio vantaggio. Ci è voluta tutta la forza e la classe di Kali-stuta Kalicic per riprendere in mano la partita e con questa il punto che consente di tenersi al passo del Napoli. La Roma esce con un punto dal…trofeo Sette Colli di Bologna. Palombella giallorossa per la squadra di Garcia che se si fosse allenata qualche settimana agli schemi e alle marcature della pallanuoto forse il risultato con il Bologna formato…sette bello sarebbe stato diverso. Da…bordo vasca Garcia ha detto di avere visto una partita di water polo: pur non conoscendo questo…misterioso sport,  è alquanto difficile dargli torto se non quello di non aver fornito i suoi di…adeguate calottine numerate. Per il resto la Roma resta, è proprio il caso di dirlo, nella scia delle prime tre: se si tornerà a giocare sulla…terra forse il discorso potrebbe riaprirsi alla grande.

Discorso chiuso e sepolto invece per i cugini di sponda biancoceleste che, al contrario dei lupacchiotti che nuotano in acque placide, camminano nel deserto dell’Olimpico, del non gioco, del mancato mercato e di una società che non sa…che pesci pigliare. Ma un pesce se non altro è già stato arpionato in rete: quello del primo aprile ai danni di una tifoseria che per l’ennesima volta si è sentita presa per i fondelli da chi “gioca” a fare il presidente dimenticando che il…gioco è bello quando dura poco. Una Lazio formato legione straniera non nel senso di splendido coacervo di nazionalità ma in quello molto meno entusiasmante di un’armata Brancaleone che arranca nel deserto. Un deserto di gioco che si è involuto fino a diventare parente stretto del Subbuteo con gli omini fermi in mezzo al campo incapaci di un’idea, di un’accelerazione o di un tiro degno di questo nome. Un deserto di ruoli affidabili e certi, un deserto di personalità per la serie chi l’ha mai vista?! Un deserto di società…stesso titolo di cui sopra. 


La Juve ha ripreso se non le speranze dell’altezza quanto meno la convinzione dei propri ritrovati mezzi contro un Milan che a casa della Lazietta si era illuso di una forza mai ritrovata. I colpi esterni del Toro e del Chievo ripropongono i clivensi e i granata come possibili out siders per la zona Europa League. Il Genoa raggiunge i cugini neo montelliani sconfitti in quel di Udine grazie al bomber di casa Pavoletti che ad una manciata di secondi dal termine trova l’incornata magica da tre punti. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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