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Il destino dice Roma

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Si dice spesso che il calcio è fatto anche di episodi, ebbene il derby forse più importante degli ultimi quindici anni è stato determinato alla fine soltanto da episodi. Episodi che sono stati in grado di cambiarti il corso di una partita. La Roma è stata brava a sfruttare quello che il destino le ha messo a disposizione mentre la Lazio non altrettanto. Una Lazio che, come contro la Juve in coppa, ha comandato le operazioni, ha pressato con una linea difensiva alta e con un centrocampo sempre pronto alle ripartenze in velocità senza però riuscire alla fine a concretizzare in modo adeguato l’enorme mole di gioco messa in campo. Come con la Juve, sono bastati due tiri in porta per andare a segno, con una percentuale di realizzazione in entrambe le partite del cento per cento. Cosa che invece non è riuscita alla squadra di Pioli che, vuoi per sfortuna, vuoi per incapacità forse congenita a cogliere l’attimo fuggente, si è divorata altrettante occasioni che avrebbero potuto dare un senso diverso ad entrambi i match.

Se Klose nel primo tempo avesse messo in buca il pallone che gli è capitato sulla fronte a un metro dalla porta romanista e che è andato fuori di centimetri forse staremmo a parlare di un esito diverso. Il calcio però è uno sport che sa essere assolutamente crudele e spietato e gli episodi possono girare in un verso o nell’altro con esiti trionfali o letali a seconda dei casi e dei…destinatari della dea bendata. Certo a contribuire all’ennesima debacle laziale nel giro di cinque giorni oltre alla sfortuna un ruolo lo hanno giocato anche alcuni giocatori dai quali ci si aspettava qualche cosa di più. In primo luogo Mauri che ha vissuto il derby praticamente da spettatore non pagante galleggiando senza costrutto per gran parte della partita tra il centro campo e l’area avversaria. Anche Biglia, assolutamente giustificato perché ancora convalescente, ha potuto fare poco, come poco ha fatto Klose ad eccezione dell’assist di testa che ha permesso al neo entrato Djordjevic di pareggiare temporaneamente…ma da uno come lui ci si deve aspettare molto di più soprattutto in occasione di palle che vanno messe assolutamente dentro.

Poco ha fatto pure Anderson che nelle ultime sette-otto partite non è più riuscito a dare quel quid in più che aveva permesso tra gennaio e aprile di riagguantare la Roma. Il brasiliano non riesce più a fare quelle giocate che avevano improvvisamente alzato l’asticella delle prestazioni laziali e continua a giocare e a illuminarsi a sprazzi come la luce della dinamo di una bici come quando sforna il passaggio a Klose in occasione della rete del serbo. In difesa poi le cose non stanno più andando bene come prima e qui un ruolo importante lo ha avuto la sfortuna con la S maiuscola perché gli infortuni gravissimi e gravi rispettivamente di Gentiletti e poi di De Vrji hanno finito per distruggere gli equilibri del reparto contribuendo a molte delle sconfitte di cui la Lazio è stata vittima. Gentiletti ha giocato contro la Roma con quanto aveva in corpo e pure nell’animo così come De Vrji ma evidentemente in partite come questa in cui ti giochi l’intera stagione non basta. Candreva pure non è esente da colpe perché anche lui nelle ultime cinque sei giornate non è più sembrato il velociraptor a cui eravamo abituati, le sue azioni spesso finiscono mestamente con un tiro sparato male o con un passaggio da dimenticare sintomo che forse incomincia a patire una stagione troppo intensa, ci domandiamo però a questo punto cosa accadrà il prossimo anno quando si sarà impegnati anche in Europa.

Forse, visti anche i tanti, troppi infortuni, qualche domanda lo staff tecnico e i preparatori atletici dovranno a questo punto porsela per evitare che ogni anno regolarmente si ripeta un’ecatombe che non ha eguali nelle altre squadre della serie A. Adesso, mentre la Roma festeggia il secondo posto, la Lazio domenica andrà a giocarsela contro il Napoli al San Paolo e sarà dura, anzi durissima anche se i ragazzi di Pioli avranno due risultati utili su tre ma si sa…nel calcio certi calcoli guai a farli perché sono destinati ad essere smontati nel giro di un amen…come si è visto nel derby che secondo molti avrebbe dovuto naturalmente incanalarsi sul punteggio di parità.  

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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