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Naufragio italiano

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Il Napoli sotto il diluvio di Kiev perde 1-0, un’eliminazione questa che ha il sapore del fallimento per Benitez. La Fiorentina sconfitta per 0-2 a Firenze subisce un’autentica lezione di calcio ed esce dal campo tra i fischi.

 

E’ andata a finire nel peggiore dei modi con il Napoli, che pensava di chiudere la pratica con il Dnipro in ben altro modo, sbattuto fuori da quella finale che avrebbe significato molto per il club partenopeo e con la Fiorentina umiliata e sconfitta a casa sua. A parzialissima attenuante per gli azzurri di Benitez ieri si è giocato in condizioni climatiche a dir poco proibitive con il campo che di minuto in minuto si è fatto sempre più pesante e con un arbitraggio decisamente inadeguato. Ma tutto questo non deve farci aggrappare a futili alibi perché gli azzurri hanno preparato male e svolto ancora peggio una partita che a questo punto era fondamentale per dare un senso a tutta una stagione.

Probabilmente i partenopei, per cercare di mantenere i piedi in due staffe tra campionato e coppa, hanno inevitabilmente perso per strada energie nervose e fisiche che ieri a Kiev sarebbero servite come il pane. Higuain è chiaramente stanco e si vede, le clamorose occasioni da goal non sfruttate vuoi per la bravura del portiere Boyko, vuoi per una certa precipitazione conclusiva, dimostrano come l’attacco del Napoli in questo momento sia alquanto spuntato. Se a questo aggiungiamo le solite amnesie difensive il cerchio si chiude come si è chiusa la prospettiva di una finale che al momento dei sorteggi sembrava decisamente a portata di mano. Il calcio però è questo: non sempre la squadra più forte tecnicamente riesce a prevalere soprattutto se quella più debole la mette sulla corsa, sul cuore e su una perfetta organizzazione tattica.

In pratica il Napoli per novanta minuti ha sbattuto inutilmente contro un muro ben costruito e ben strutturato. Probabilmente ieri gli azzurri non avrebbero segnato neanche se la partita fosse durata tre ore: specialmente negli ultimi metri è mancata precisione, freddezza e quella cattiveria agonistica che fanno del calcio lo sport più bello ma anche il più imprevedibile. Per Benitez e C. sta per chiudersi una stagione fino a questo punto fallimentare: l’unica possibilità che gli azzurri hanno ancora è quella di riuscire ad agguantare la zona Champion’s ancora ampiamente alla portata: bisognerà vedere quanto carburante è rimasto nel serbatoio perché da quanto si è visto ieri la spia sembra segnare già rosso pieno. Benitez a Kiev ha deciso di affidarsi ad uno sperduto e confuso Gabbiadini che non ha mai trovato né la posizione giusta in campo né i movimenti necessari per cercare di ferire la difesa avversaria. Mertens rimasto tristemente in panchina per tutto il primo tempo è stato mandato in campo nel corso della ripresa e qualcosa in più ha sicuramente fatto ma ormai era troppo tardi come tardivo è stato l’ingresso di Hamsik. Commovente è stato l’assalto veemente degli ultimi quindici minuti ma il Dnipro, dopo essere passato in vantaggio grazie alla rete di testa del solito Seleznyon, è riuscito pure a colpire una traversa a portiere battuto con Matheus. E alla fine il popolo ucraino ha fatto giustamente festa invadendo il campo trasformato in una risaia.

A Firenze si è consumato lo psico dramma Viola con il Siviglia che, dopo i primi minuti veementi dei padroni di casa, di reti ne ha segnate due nel giro di una manciata di minuti con la facilità con cui si scendono i gradini di casa. La Fiorentina ha collezionato corner su corner e occasioni da goal una dietro l’altra compreso un rigore calciato malissimo da Ilicic, il risultato è stato impietoso: nessun goal segnato né ieri sera né all’andata. Un dato questo che la dice lunga sulla differenza tecnica e tattica tra le due squadre. Juve a parte, ci eravamo un po’ illusi che il calcio nostrano fosse finalmente riuscito a riaffiorare dal suo annoso e lunghissimo letargo ma alla fine lo ha fatto solo parzialmente perché se è pur vero che riuscire a piazzare comunque due squadre in semifinale è stato già confortante, è anche vero che,visto il valore medio della competizione, qualcosa di più e di meglio si poteva comunque fare. La finale di Varsavia era ampiamente alla nostra portata così come questa benedetta coppa. Vuol dire che rimanderemo tutto alla prossima stagione forse con qualche doveroso cambio della guardia, la Samp e il Genoa sono lì pronte a fare gli sgambetti del caso: la semifinale è comunque un buon trampolino di partenza, da qui si può solo migliorare…anzi si deve.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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