Home / In Fuorigioco / Roma: un’altra Teutoburgo!

Roma: un’altra Teutoburgo!

Condividi quest'articolo su -->

 

 

Se l’Imperatore Augusto fosse ancora vivo tornerebbe a vagare come un’anima in pena per i corridoi del palazzo imperiale urlando come un ossesso: Varo rendimi le mie legioni! La Roma, come successe nella selva di Teutoburgo duemila anni fa, è ricaduta nella trappola germanica. Una squadra intera annichilita, polverizzata dall’Arminio di turno ovvero dal genio tattico di Beppe Guardiola a cui, nell’occasione, è solo mancata la barba, la spada e l’elmo. Piccolo particolare inquietante: anche lui, come il grande generale germanico, aveva a suo tempo militato sotto le insegne romane. Come successe nella selva oscura germanica i Romani, forse troppo sicuri della loro potenza e forza, sono puntualmente caduti in modo quasi surreale nel trappolone tesogli dalle truppe germaniche agli ordini dell’Ispanico. Anche questa volta le legioni di Roma sono rimaste vittime di diversi assalti ad ondata che hanno finito con l’annientare l’intero contingente.

 

Il primo segnale di allarme suona al minuto 7 quando De Sanctis esce a vuoto sul corner tedesco e Muller per poco non arpiona il pallone di testa. Ma è solo l’incipit del massacro. Un minuto dopo arriva puntuale il goal del vantaggio germanico con un tiro a giro perfetto di Robben. A questo punto la Roma, forte dell’appoggio casalingo del suo caldissimo tifo, prova subito a pareggiare ma Gervinho, perfettamente servito da Yang-Mbiwa, non riesce a concretizzare. Cinque minuti dopo è di nuovo “l’orda” germanica a scuotere il fortino romanista con un tiro di Goetze parato con i piedi da De Sanctis. Al 23° gli incubi peggiori per i tifosi di sponda giallorossa si concretizzano: Goetze, dopo un veloce scambio con Muller, calcia preciso e beffa il portiere di casa per il due a zero.

 

Ma non basta, le ondate e gli attacchi della truppa tedesca continuano puntuali proprio come nella tetra selva germanica: al minuto 24, su cross di Bernat, Lewandowski stacca di testa per il tre a zero. E potrebbero un minuto dopo essere già quattro i goal se De Sanctis non si superasse per deviare il tiro micidiale di Goetze. Sed hoc non sufficit perché la mattanza continua con implacabile precisione: al 30° Robben tira di sinistro e tramortisce per l’ennesima volta il vessillifero De Sanctis. Al 34° piove anche sul bagnato, stessa situazione ambientale di Teutoburgo, con il rigore accordato per fallo di mano di Manolas, omen nomen, e quinto centro ad opera di Muller. Nelle nebbie da incubo che avvolgono sempre di più la legione giallorossa, spunta anche all’ultimo minuto del primo tempo la zampata di Xabi Alonso ma questa volta De Sanctis riesce a parare.

 

Finora della Roma nessuna traccia, neppure flebile. Ormai la partita è andata e i secondi quarantacinque minuti valgono solo per l’eventuale onore. Al minuto 53 primi segnali romanisti con il palo colpito da Gervinho e il tiro di Florenzi entrato nella ripresa al posto del centurione primipilo Totti. Al sessantesimo, dopo la punizione calciata da Pjanic, Gervinho prova a rendere meno amaro il risultato con un gran tiro, quasi a botta sicura, parato d’istinto da Neuer. La Roma adesso ci prova con un po’ più di convinzione e al 65° arriva il goal dell’onore con il tiro di testa vincente del solito Gervinho, l’ultimo legionario ad arrendersi alle folate germaniche.

 

Al 77° arriva però anche il sesto goal degli ospiti con il beffardo pallonetto ad opera del…gallo Ribery su perfetto lancio di Muller. All’80° arriva il colpo di grazia del Bayern con il neo entrato Shaquiri che, dopo aver superato De Sanctis, mette dentro per il definitivo 7-1. La Roma si scopre vulnerabile e lo fa nel peggiore dei modi con un massacro che, come duemila anni fa, ricade sulla testa del comandante in capo delle legioni romane: Garcia come Quintilio Varo, sopraffatto dall’astuzia tecnico tattica dell’avversario che ha maramaldeggiato soprattutto a centro campo dove la differenza è stata abissale, quasi imbarazzante. In ottica qualificazione nulla è ancora perduto e ora molto dipenderà dalla sfida tra la Roma e il Manchester City che si terrà di nuovo nell’anfitetro amico alle idi di novembre. Per allora Garcia avrà sicuramente imparato la lezione perché errare humanum est sed perseverare diabolicum.

 

 

Roma 4-3-3: De Sanctis, Torosidis, Manolas, Yanga-Mbiwa, Cole (Holebas), Pjanic Ljajic), De Rossi, Nainggolan, Iturbe, Totti (Florenzi), Gervinho, all. Garcia;

 

Bayern 4-2-3-1: Neuer, Bernat, J Boateng, Benatia, Alaba, Lahm, Xabu Alonso, T. Muller (Rafinha), Goetze(Shaqiri), Robben, R. Lewandowski (Ribery), all. Guardiola;

 

Arbitro: Eriksson (Svezia).

Condividi quest'articolo su -->

Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

Cerca ancora

Il Bologna ferma il Milan e riapre il campionato

Il Bologna esce indenne dal campo di San Siro e il Milan si deve accontentare …