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Cantami, o diva, del popolo laziale l’ira funesta

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Ovvero l’ennesima torta in faccia ai tifosi laziali confezionata dalla premiata ditta Lotito-Tare.

 

C’è un famoso detto latino conosciuto pure da chi a scuola ci ha messo anche solo uno scarpino: Errare humanum est, perseverare diabolicum. Sarà pure una frase trita e ritrita ma continua a non essere incredibilmente conosciuta e neppure metabolizzata dalla dirigenza laziale, fresca fresca di una nuova surreale “frittata” servita con le uova della presunzione di chi forse di calcio ne capisce quanto un cormorano ne sa di tecniche di escavazione sotterranea. Tra il 23 e il 24 luglio è andata in onda l’ennesima recita surreale, da teatro di Ionesco tanto per intenderci, che, come unico sconcertante epilogo, ha portato quello che doveva essere uno dei due nuovi centrali della Lazio, alla corte, udite udite, della Roma. Il tutto sotto gli occhi e i cuori straziati di decine di migliaia di tifosi ormai fuori dalla grazia di qualsiasi Dio del cielo e della terra.

 

Incredibilmente il signor Lotito, dopo settimane di entusiastici e ottimistici slogan recitati con il megafono, si è lasciato scappare quello che sembrava ormai cosa fatta, lasciando che sulla scena piombasse come un falco, anzi come una furba gazza ladra, il ben più concreto Sabatini a portargli via il gioiello che si pensava di avere già in tasca. Dopo che il “povero” Tare si era dimenato per due mesi caracollando come una trottola tra l’entourage di Astori, casa Formello e…ritorno, qualcuno, dotato di una velocità e di una malizia nettamente superiori, ha aspettato il momento buono per togliergli il piatto da sotto il naso, facendogli fare ben magra figura. In parole povere Lotito, di fronte all’offerta definitiva di Astori a sette milioni ha incredibilmente, così come riportato fedelmente dallo stesso Giulini neo presidente del Cagliari, declinato l’offerta provando in questo modo a giocare al grande bluff, bluff che ovviamente non gli è riuscito finendo per fare gli interessi di chi, vedi sponda giallorossa, quegli stessi interessi sa ben gestirseli.

 

Ora come ora, la Lazio, grazie a questa ennesima dimostrazione di “forza politica e calcistica” si ritrova con un reparto difensivo che non andrebbe bene neppure per giocare il campionato di Futsall di serie B. Infatti su De Vrji, altro gioiellino tanto sbandierato nei mesi scorsi, non c’è ugualmente da fare affidamento perché, vedrete, dopo che Lotito si sarà irrigidito come solo lui sa fare, sul milioncino in più o, meglio, in meno da riconoscere al Feyenoord, la dirigenza del miglior difensore del mondiale lo caricherà di peso sul primo aereo per l’Inghilterra dove potrà riabbracciare il suo allenatore preferito. Alla fine la Lazio quest’anno dovrà giocare, temiamo, con il 2-7-1, un nuovo e originale assetto tattico che potremo soprannominare modulo”Lotitar” e come tale sarà ricordato fino alle soglie dell’Apocalisse.

 

L’alternativa incoraggiante per i tifosi, che fra un po’, temiamo, si organizzeranno per entrare dentro villa San Sebastiano dentro un enorme cavallo di legno con tutte le conseguenze immaginabili soprattutto per chi ha letto Omero, sarà quella di vedersi recapitare qualche illustre sconosciuto dal nome subliminare pescato in qualche baraccone fieristico grazie al tiro vincente con il fucile a tappo. Già le nostre orecchie sentono ronzare nomi come quello di Sauro, scarto del Basilea, o quelli altrettanto “affascinanti” di De Maio e Mendes o, chissà, qualche illustre e presunto misconosciuto del quale lo stesso Tare, come facevano gli imbonitori di elisir di lunga vita dai palchi improvvisati delle fiere medioevali, potrebbe incensare le doti nascoste e, per uno strano scherzo del destino, mai…valorizzate fino a quel momento.

A questo siamo arrivati ma potremmo non essere ancora…arrivati al fondo anche perché, con la squadra così mal messa tanto che forse il sottoscritto potrebbe offrirsi, gratuitamente per carità, a Lotito, per dare una mano in difesa, temo che andremo incontro a mattanze sportive mai viste e forse riusciremo, questo sì, a raggiungere il record assoluto di reti incassate in serie A, una bella soddisfazione sapendo che potremmo sempre rifarci con un attacco atomico formato da un signore tedesco di mezza età e dal passato illustre e da un serbo dal futuro incerto e dalle ginocchia, pare, vulnerabili. Abbiamo forse dimenticato il buon Perea? No…lui c’è sempre nei nostri cuori e fra un paio di mesi potrebbe essere il vero…Jolly della situazione…il salvatore della patria tanto atteso, roba da brividi nella schiena pensando che in fondo in fondo, come disse un tempo  Tare dal solito palco, è il degno erede di Cavani: avanti signori…venghino venghino guardate che meraviglia e al prezzo di soli due soldi….

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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