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Goal a catinelle sul campionato

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Commento al campionato

 

La trentatreesima giornata sarà ricordata come una delle più prolifiche della storia del campionato a venti squadre. Ben trentotto reti segnate con una media impressionante di quasi 4 reti a partita. Una manna per gli attaccanti nostrani ma anche un inferno per le difese imbambolate e forse con la testa già ai prossimi mondiali o le…altrettanto prossime vacanze. Lo spettacolo ha avuto inizio sabato con lo scontro salvezza tra Sassuolo e Cagliari finito in perfetta parità dopo la rete del solito Zaza e di Ibraimi su rigore. Un pareggio che serve di più al Cagliari, sempre più avviato verso le acque tranquille della serenità, che alla squadra emiliana ora a pari punti con il Livorno a quota 25.

In serata la Roma fa un po’ quello che vuole con la dea bergamasca annichilendone le velleità europee. I goal del sempre più risorto Taddei e di Liajic in seguito ad un’azione da manuale iniziata da “padron” Totti, spengono subito il match. Nel secondo tempo la Roma insiste fino a quando Messieur Gervinho non depone in rete la palla del quasi definito 3-0, la rete dell’Atalanta, che accorcia le grandi distanze tra le due squadre, serve solo per le statistiche di quella che saràricordata la domenica del goal a raffica. I giallorossi continuano a rimanere nella lunga scia della Juve se non altro per ribadire la loro netta superiorità rispetto al resto della truppa che va dal terzo all’ultimo posto.

L’antipasto domenicale ci viene offerto da un succosissimo derby emiliano, nel quale il Bologna casalingo fa di tutto per cercare di superare i cugini più bravi con l’unico risultato di arrivare al fischio finale al più logico dei pareggi. Un 1-1 che non serve granché a nessuna delle due, ai rossoblu per togliersi dalla secca pericolosa in cui sono scivolati da quando sono rimasti orfani di Diamanti, e ai parmensi per continuare a rimanere in zona sesto posto. Sospettiamo che, dopo il risultato del San Paolo, a Parma si incomincerà a mangiare anche la pizza con la pummarola n’goppa anche se sempre accompagnata da una bella spruzzata di parmigiano.

Nel pomeriggio succede un po’ di tutto con il Livorno che in casa viene sotterrato da un Chievo freddo e determinato e a coinquistare la definitiva salvezza. Agli Amaranto non basta il vantaggio iniziale di Siligardi perché si ritrovano davanti un Thereau in forma smagliante che gliene rifila ben tre compreso un rigore che ha dato la stura a polemiche infinite. Il risultato finale di 2-4 lascia il Livorno tristemente adagiato in compagnia del sopraggiunto Sassuolo. Ora per la salvezza la situazione si fa drammatica e disperata. Randellata interista sul campo della Samp, sepolta da ben quattro reti, due delle quali fanno molto male, soprattutto a…Maxi Lopez, perché confezionate dall’ex amico Icardi…intuitivo il motivo per cui il primo si rifiuta di stringere la mano a Maurito a inizio gara. L’Inter comunque porta a casa un risultato ottimo in chiave europea. Ora è a più cinque dal trio formato da Lazio, Milan e Toro.

Il Verona giocando in casa sperava di rendere la vita dura alla Viola ma alla fine viene “matata” dalla squadra dotata di maggior talento. Le reti di Sala, del solito Toni e di Iturbe riescono soltanto ad arginare la furia della banda Montella che, grazie alle reti di Cuadrado, Aquilani (doppietta personale), Borja Valero e Matri, contribuisce a quella che sarà ricordata la giornata celebrativa del festival del goal. Ora la Fiorentina può godersi in santa pace il suo bellissimo quarto posto preparandosi a tornare in Europa con ancora maggiori ambizioni.

A Napoli la Lazio, già blasonata per le sue qualità di società di beneficenza, ora lo sarà anche per le sue qualità di… squadra più cattiva del campionato dopo la Sampdoria, con ben sette cartellini rossi collezionati fino ad oggi. Paradosso dei paradossi che però conferma ancora una volta come il tanto decantato assoluto valore dell’organico biancoceleste messo in piedi dal duo Lotito Tare, sia ben lontano dall’essere adeguato, soprattutto se in relazione alle aspettative giuste e sacrosante della tifoseria di mezza capitale. Il Napoli, così come all’andata, riesce a frastornare la squadra di Reja con un impietoso 4-2 che non lascia dubbi sulla superiorità attuale del Napoli. La rete iniziale di Lulic con un primo tempo discreto dei biancocelesti, vengono annullati dalla solita nequizia di Cana che, già gravido di falli e di cartellini gialli, si procura, come solo lui sa fare, l’ennesimo rosso lasciando la sua squadra in inferiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo. La Lazio rimane così in dieci ma, all’inspiegabile entrata di Novaretti al posto di un finalmente volitivo Anderson, possiamo dire che rimane anche in nove vista l’inutilità e soprattutto i danni che l’oriundo argentino ex Toluca riesce a procurare al cuore di Reja e a quello dei suoi sempre più furibondi tifosi. Per due volte infatti viene saltato come un birillo da un Higuain di ben altro spessore e…pianeta per il definitivo 4-2 che dimostra solo come la Lazio debba essere rifondata completamente per non correre rischi addirittura peggiori il prossimo anno. Chissà se Lotito avrà voglia questa volta di tirare fuori qualche euro…la probabile conferma del trentaseienne Klose anche per il prossimo anno non sembra andare proprio in questa direzione.

Allo stadio Olimpico di Torino succede di tutto e di più con un finale degno dei migliori films di Hitchcock. Il Genoa infatti si ritrova, grazie al solito Gilardino, in vantaggio al minuto 85 e già il mago Gasperinus è pronto a sostituire la sua formidabile pozione magica con il ben più gradito Champagne, quando, nel giro di due minuti due, prima Immobile e poi Cerci rovinano la festa e il brindisi a maghi e grifoni. Roba da non credere, un miracolo che nel calcio è sempre possibile e che ci ricorda come due minuti siano formati dalla bellezza di ben 120 secondi, un tempo evidentemente enorme per mettere la palla in rete due volte… .

In serata il Milan si riporta a ridosso della zona Europea grazie alla rete di Montolivo che regala la quarta vittoria di fila ai rigenerati rossoneri ma che affossa anche le ultime speranze di un Catania anche sfortunato e che ora può aggrapparsi soltanto alla matematica. L’ultimo atto è avvenuto ieri sera con la sfida tutta bianconera tra la Juventus e l’Udinese di patron Pozzo. Un’Udinese che evidentemente non ha più nulla da chiedere al campionato e che, navigando da tempo nelle acque tranquille di metà classifica, non sembra trovare più gli stimoli per fare di meglio anche perché di traguardi a cui ambire non se ne vedono più da un bel pezzo.

La differenza quindi psicologica tra le due compagini è sembrata evidente e, sommata a quella altrettanto immensa dei valori tecnici in campo, ha confezionato un lapalissiano 2-0. Risultato maturato grazie anche ad un Giovinco particolarmente ispirato che evidentemente ha voluto dimostrare due verità: una che riguarda il suo essere perfettamente all’altezza delle ambizioni juventine e l’altra che lo vuole pronto a fare le valigie per l’avventura brasiliana in maglia azzurra. Il raddoppio del suo “compare” Llorente, in versione rapinatore d’area, chiude anzitempo la partita con l’eccezione di un paio di pali, uno sempre della formica atomica e uno, della bandiera, da parte dei compagni di Di Natale, uscito anzitempo perché gravido di fatica e di anni. Il campionato rimane inalterato al vertice mentre si alzano venti di bufera in zona Europa League dove la madre di tutte le battaglie finali sta per iniziare: roba da cuori forti, temiamo…

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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