Non bastavano le ingerenze di Usa e Unione Europea nei nostri affari politico economici, ora l’Italia perde anche la sua sovranità e autodeterminazione sportiva.
Questa mattina è cominciata una vera e propria “caccia alle streghe”, già nell’aria e preannunciata da tempo; il tam tam mediatico non si è fatto attendere e ha subito cominciato a lanciare accuse e sospetti al vento. L’Italia si dichiara paese garantista, ma il suo popolo e i suoi giornali non ne conoscono bene il significato. Il concorso esterno in associazione mediatica ha “arrestato” quest’oggi Stefano Mauri e altri 19 giocatori tra Serie A e Serie B, secondo opinione pubblica e stampa essi sono già tutti colpevoli e sottoposti ad una pena certe e severa.
Peccato, perché i giocatori in realtà hanno subito una misura di custodia cautelare, in merito ad accuse, che per ora rimangono tali, senza alcun grado di sentenza definitiva, legate ad una presunta associazione a delinquere finalizzata a frode sportiva.
Ecco che la massa bruta si unisce all’unisono nel coro inquisitorio: ” Calciatori miliardari e strapagati! Vergognatevi!”.
Purtroppo per l’italiano medio la questione è molto più profonda e noi intendiamo ragionare considerando le persone indagate come nostri simili e non come entità avulse dalla realtà quotidiana. La domanda che ci è sempre sorta spontanea e che ora è suffragata dalle indagini preliminari è ” Perché un professionista sportivo di successo si deve sputtanare la carriera, ne per donne o droga, ma per fare altri soldi?” e soprattutto sapendo che la giustizia italiana, con tutte le lacune che porta in altri ambiti, ha sempre punito con il pugno di ferro l’ambito sportivo.
Semplice: il giro è molto più grosso e i poveri cristi per ora solo indagati sono piccoli pesciolini adescati con chissà quale ricatto da salotti di scommesse internazionali. Sempre secondo le indagini il giro “d’affari” è da far risalire al ridente e capitalistissimo Singapore, da dove un giro di loschi individui, ricchi che neanche possiamo immaginare ( altro che i nostri calciatori!), minaccia magari le famiglie o magari la vita stessa degli sportivi facendo entrare quest’ultimi nei loro biechi interessi materiali.
Ora oltre alla sordità comune ( voluta?) di media e massa ci si mette anche l’assurdità del nostro corpus legi, come la famigerata responsabilità oggettiva delle società.
A nostro parere un’idiozia uscita da chissà quale bocca e purtroppo stampata su carta: le società, o meglio squadre, sono organizzazioni di uomini, idee e storie, talvolta pluricentenarie, che trascendono l’illecito individuale del singolo.
In poche parole se la squadra stessa non è stata fondata con l’intento di delinquere non può e non deve esserci responsabilità oggettiva, anzi questa è assurda e travalica i principi comuni della giusta giustizia.
In ogni caso noi usciamo dalla corrente comune e speriamo vivamente che i calciatori accusati ne escano illesi e che l’indagine porti a galla i pescioni singaporiani.
di Gabriele Tebaldi