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Confederations Cup, Italia medaglia di bronzo ma quanti dubbi!

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L?Italia supera l?Uruguay nella “finalina” per il 3/4° posto, aggiudicandosi così la medaglia di bronzo della Confederations Cup. Mentre gli scaramantici interpretano il risultato come un buon auspicio in vista del mondiale (anche la Spagna, nella precedente edizione del 2009, arrivò terza), la selezione italiana si trascina dietro molti dubbi di formazione e di uomini, dando la sensazione di non aver ancora trovato la quadratura del cerchio. Anche ieri, contro l?Uruguay, la prestazione degli azzurri ha rivelato qualche luce e non poche ombre, riuscendo ad avere la meglio sulla Celeste solo ai calci di rigore.

La cronaca

L?Italia, come contro la Spagna, parte bene: il primo tempo è tutto di stampo azzurro. Nonostante un El Shaarawy impalpabile (lo sarà per tutta la partita), la catena di destra funziona bene grazie alle sovrapposizioni di De Sciglio e alla freschezza di Candreva. De Rossi gioca un primo tempo stellare, ottimo in fase di interdizione e bravissimo a far ripartire la manovra. Diamanti svaria per tutto il campo, senza dare punti di riferimento ai difensori uruguaiani. La Celeste è in confusione, non riesce a portare un pressing efficace sui portatori di palla ed i vari reparti risultano scollegati fra di loro. Forlan, Suarez e Cavani restano isolati in avanti, e l?Italia alza il proprio baricentro. Dopo un colpo di testa di Chiellini su palla inattiva e una buona combinazione De Sciglio-Candreva che costringe Muslera alla parata in presa bassa, ecco il gol degli azzurri, tanto rocambolesco quanto meritato. Diamanti batte una punizione dalla destra: il pallone sbatte sul palo e poi sulla nuca di Muslera, rendendo facile il tap-in di Astori. La Celeste prova a reagire con Suarez, ma il suo tiro è ben respinto da Buffon. E il pallino del gioco resta in mano all?Italia, che va vicino al raddoppio due volte con El Shaarawy: prima Muslera, poi una respinta di Godin a portiere battuto gli negano il gol e la possibilità del riscatto da una prestazione a dir poco opaca. Il secondo tempo è tutt?altra storia. L?Uruguay cambia modulo, passando al 3-4-1-2 (o 3-4-3), ma soprattutto l?Italia sente la fatica dei 120 minuti contro la Spagna, abbassando il ritmo e il proprio baricentro. Cavani pareggia al 57° minuto con un bel diagonale dopo una ripartenza veloce guidata da Gargano. Gli azzurri soffrono la freschezza atletica degli avversari: Buffon è bravo a negare il gol a Forlan per due volte, su conclusioni ravvicinate dell?attaccante. Ma è l?Italia a portarsi in vantaggio con una splendida punizione di Diamanti al 28°. Partita finita? Neanche per sogno: il Matador Cavani riporta il punteggio in parità con un?altra perla su calcio piazzato, anche se il portiere azzurro non sembra esente da colpe. E? 2-2 alla fine dei tempi regolamentari, altri 30 minuti di sofferenza per gli azzurri, già sfiancati dalla fatica. La Celeste preme, l?Italia soffre ma resiste. Viene espulso Montolivo quando mancano 10 minuti alla fine. 10 minuti vissuti in apnea: i rigori sono una benedizione per i giocatori in campo. Buffon si riscatta sui tiri dal dischetto, parandone ben 3 (Forlan, Caceres e Gargano gli autori degli errori), permettendo all?Italia di aggiudicarsi la medaglia di bronzo.

 

Il bilancio azzurro

Una Confederation Cup in chiaroscuro, quella degli azzurri. Troppi cambi di modulo: 3-4-2-1 contro la Spagna, 4-2-3-1 contro il Brasile, 4-3-2-1 contro Giappone e messico, 4-3-3 contro l?Uruguay. Prandelli è sembrato in confusione durante tutta la manifestazione, pur trasmettendo alla squadra il giusto spirito: le partite contro Brasile e Spagna ne sono la dimostrazione. L?Italia, come è scritto nel suo DNA, riesce ad esprimersi al meglio partendo da sfavorita, mentre fatica quando deve imporre il proprio gioco contro avversari più deboli. Eppure proprio questo aspetto aveva stupito in positivo durante la gestione Prandelli: la capacità di gestire il possesso palla grazie al centrocampo molto tecnico. Anche la fase difensiva è sembrata approssimativa (ad eccezione della partita contro la Spagna). Si spera che questi difetti siano dovuti alle pessime condizioni fisiche di molti giocatori, Pirlo e Marchisio su tutti.

Venendo ai singoli, De Rossi sembra essere tornato (almeno in Nazionale) ai suoi livelli: le prestazioni contro Spagna e Uruguay ne sono la dimostrazione. Candreva e Giaccherini hanno dimostrato di meritare la convocazione, portando alla causa azzurra qualità e quantità. Bene la star Balotelli, capace da solo di reggere il peso dell?attacco italiano. Un peccato non averlo avuto a disposizione contro Spagna e Uruguay. Bocciato El Shaarawy: pochi i minuti concessi al Faraone, ma quando è stato chiamato in causa è sembrato fuori forma e svogliato. Mancano gli ” occhi della tigre“. Male anche Marchisio e Aquilani: in evidente debito d?ossigeno il primo, “fuoriposto” il secondo (emblematica la sostituzione al 30° del primo tempo contro il Giappone).

Le prove generali del mondiale sono concluse. La distanza, guardando Brasile-Spagna (vinta dai padroni di casa per 3-0), resta enorme. L?Italia non sembra in grado di reggere i ritmi indiavolati dei brasiliani (pressing asfissiante per 90 minuti) o la tecnica degli spagnoli. Senza dimenticare le altre “potenze” mondiali, prime fra tutte Germania e Argentina. Si profila un mondiale da outsider per gli azzurri. Magari il 2014 ci rivelerà qualche sorpresa. In fondo, anche la Spagna nel 2009 arrivò terza?

Antonino Francesco Lorenzo

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Di Redazione Elzeviro.eu

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