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L’evasione spettacolare di M49, l’orso ribelle di nuovo in fuga

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L’esemplare, un giovane orso bruno di 136 chilogrammi, era stato catturato a Porte di Rendena e trasportato nel recinto del Casteller.

Qui, è riuscito nell’impresa – che gli è valsa l’appellativo di “Orso genio” dai media di mezzo mondo – di scavalcare tre recinzioni elettrificate ed il muro di 4,3 metri.

Un anelito di libertà non indifferente e una intelligenza fuori dal comune nel sorpassare ostacoli che avrebbero messo in difficoltà anche gli esseri umani, perfino i più agili.

Ora è privo di radiocollare. Sono stati inviati i cani sulle sue tracce, mentre la provincia di Trento ha emesso un mandato di cattura, con tanto di ordine di sparare a vista. Le associazioni animaliste WWF, Lipu e Lac sono insorte contro questo provvedimento.

La vicenda ricorda da vicino quella del settembre 2014, di cui questo giornale si occupò diffusamente. Nel settembre di quell’anno, infatti, era stata abbattuta l’orsa Daniza, poiché le si era sparata addosso una dose eccessiva di sedativo. L’orso, allora, aveva due cuccioli (in realtà tre, ma il terzo sempre rinchiuso) e l’anno successivo questi piccoli troppo cresciuti erano stati protagonisti di episodi di cronaca e una lieve aggressione nei boschi.

Ogni anno la convivenza fra uomo e orso nei boschi del Trentino e del Nord Est si fa complicata, complice l’antropizzazione delle montagne da parte di chi cerca refrigerio dall’afa e trascorre le ferie tra le camminate in altura. Spesso senza conoscere il manuale di comportamento in caso di incontri ravvicinati con i maestosi plantigradi, nel loro habitat.

In questi giorni stiamo assistendo ad un noto remake dalla storia.

WWF, Lipu e Lac, tuttavia, addossano la colpa della fuga all’imperizia dei manutentori e dei gestori del centro in cui l’orso era stato recluso, dicendo che nemmeno l’orso più scaltro potrebbe scavalcare recinzioni così imponenti, se fossero state funzionanti a dovere.

Non è stata dimostrata l’effettiva pericolosità nei confronti delle persone da parte di M49.

Come sottolineato anche dal parere Ispra (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso) , sulla base dei criteri del PACOBACE (Piano d’Azione per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centrali) M49 è tutt’al più da considerarsi un orso problematico solo perché ha causato danni economici ad attività produttive, favoriti dalla mancata adozione di strumenti di prevenzione adeguati, mentre la sua pericolosità per le persone è ancora da dimostrare (“potenziale” è il termine usato dai tecnici dell’Istituto per non escludere che possa diventarlo in futuro, ma al momento non è tale).

M49 è in fuga senza radiocollare, per cui tracciarne gli spostamenti è difficilissimo, ma potrebbe essere presto abbattuto nel suo habitat naturale proprio perché ivi aveva cercato di tornare.

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