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Mangi l’agnello? Sei un assassino!

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Da un po’ di tempo a questa parte sta andando in onda un sedicente spot televisivo firmato dall’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali che in poche parole invita gli Italiani a snobbare il tradizionale agnello e che dà agli stessi il poco simpatico nomignolo di assassini per averlo fatto impunemente fino ad ora.

 Ebbene a questo riguardo ci permettiamo di fare alcune considerazioni: innanzitutto ci sembra che l’appellativo di assassino sia addirittura un po’ troppo lieve e generoso. Infatti questi signori ignorano che noi tutti, o quasi tutti se togliamo quattro inaciditi “erbivori” meglio conosciuti con il termine di vegetariani, siamo in verità pluriassassini.

E sapete perché? Semplice, perché oltre alla carne di agnello, almeno per quelli che in questo momento se la possono permettere, abbiamo l’inaudita e nefanda abitudine di mangiare anche quella di bovino, quella di pollo, quella di cavallo e quella delle simpatiche bestiole chiamate maiali. Ah…dimenticavamo…ci nutriamo anche della carne dei pesci, perché anche i pesci fanno parte dell’universo degli esseri viventi. Ma non solo, assassina è la natura che ci ha creati con un apparato digerente e un sistema di masticazione tipici di un animale carnivoro.

 Questo almeno fino a quando il nostro Buon Dio, avvalendosi di un lungo ed estenuante processo di evoluzione naturale, non penserà di sostituire il nostro stomaco e intestino tenue con un bell’omaso e abomaso, segmenti “ruminescenti“di cui attualmente non disponiamo. A quel punto forse potremmo finalmente dilettarci mangiando carrube, radici e ghiande.

 Siamo quindi, e non lo sapevamo, figli di un peccato originale che ci vede militare nelle fila del partito dei mangiatori di carne in contrapposizione a quello degli erbivori. Stabilire però quale di questi partiti sia nella ragione non spetta forse neanche a noi che ne siamo parte in causa. Anche perché ad essere onesti, anche le piante, da studi recenti fatti sul loro modo di interagire con il mondo esterno, sembrano provare una sorta di dolore o piacere, quindi divorarle non sembra neanche così bello né così eco sostenibile come ci vogliono far credere.

 Di questo che i signori che si sono inventati lo spot di cui sopra, pare, non si siano resi conto e neppure minimamente accorti, come non si sono accorti che l’umanità, di cui fanno parte anche loro, non può morire di fame per non offendere i buoni sentimenti di chi evidentemente pratica il digiuno ascetico. Qui nessuno gode della morte di un essere vivente come l’agnello simbolo di purezza ma anche vittima sacrificale tanto da essere accostato al nome di Gesù Cristo che, tra l’altro mangiava regolarmente pesce e carne come è scritto nei Vangeli. Però dire che siamo assassini se imbandiamo le nostre mense con la carne del povero agnello significa fare demagogia spiccia e di bassa lega, perché allora bisognerebbe, per essere coerenti fino in fondo, evitare di mangiare ogni tipo di carne, a meno di non inventarci qualche improbabile dieta a base di pillole e cibi sintetici. Dieta che però allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non è stata ancora inventata se non per nutrire per breve tempo gli astronauti mandati in orbita nello spazio.

 Si mettano quindi il cuore in pace i nostri affettuosi animalisti: forse sarebbe bello e lodevole che continuassero la loro battaglia contro la caccia indiscriminata alle balene da parte dei Giapponesi o il martirio delle foche per scopi che rimangono nell’ambito del mercato della cosmesi più che di quello dell’alimentazione. Quello che grida vendetta al cospetto di Dio sono gli atti di violenza gratuita contro gli animali, quelli dei teppisti delle nostre periferie che non si fanno certo grandi scrupoli a compiere atti di crudeltà inaudita contro le bestie, o quelli appunto della violenza al soldo degli interessi di nazioni e società commerciali senza scrupoli. Su quel campo condivideremmo in pieno le loro idee e le loro lotte, ma non chiedeteci però di rinunciare al buon senso e alla nostra intelligenza, perché in questo caso non vi seguiamo.

di Roberto Crudelini

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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